Perché Milan e Tottenham giocano con il lutto al braccio nella partita degli ottavi di Champions
Tottenham e Milan con la fascia nera al braccio in segno di lutto. I calciatori indosseranno quella stringa nel ritorno degli ottavi di Champions in omaggio alla memoria di Italo Galbiati, morto oggi all'età di 85 anni. È stato lo storico secondo di Fabio Capello nella sua avventura di allenatore in Italia e all'estero: uomo di fiducia con il quale il rapporto di amicizia s'è stretto nel corso del tempo, braccio destro, la persona con la quale basta un cenno d'intesa con lo sguardo per capirsi.
"Ho mille pensieri per Italo, non uno solo – le parole commosse di Capello a Lapresse -. Con lui ho lavorato per più di 20 anni, era una persona incredibile, un grande conoscitore di calcio e soprattutto amato e rispettato dai giocatori".
A testimonianza dell'ascendenza che aveva sui giocatori e sulla costante applicazione che profondeva nel lavoro, Capello ha citato anche un altro particolare per raccontare lo spessore della persona che lo ha affiancato a lungo sui campi di calcio. "Lavorava singolarmente sulle mancanze dei giocatori per farli migliorare tecnicamente". In una storia su Instagram l'ex milanista Daniele Massaro gli ha rivolto un ultimo saluto ringraziandolo "per tutta la tua pazienza ogni giorno e dei grandi insegnamenti".
Roma (periodo culminato con la conquista dello scudetto nel 2001), Juventus, Real Madrid (due titoli nella Liga), Inghilterra e Russia (quando l'ex tecnico ha ricoperto gli incarichi di ct) oltre all'esperienza in rossonero (scandita dalla Champions vinta nel 1994) sono le tappe della carriera del vice che la società rossonera ha voluto ricordare con un messaggio toccante definendolo "punto di riferimento del mondo rossonero e punto di forza di tante imprese della storia del Milan".
Da calciatore Galbiati indossò la maglia dell'Inter, con cui raccolse una sola presenza in Coppa delle Fiere, per poi trasferirsi nella Reggina, nel Lecco e nel Como. Appesi gli scarpini al chiodo, negli Anni Settanta intraprese il nuovo percorso professionale nel mondo del calcio: iniziò nel settore giovanile nerazzurro fino al grande salto nel Milan dov'è rimasto per una decina d'anni sia da primo allenatore (nel 1981, nel 1982 quando alla 17ª giornata prese il posto di Gigi Radice e nel 1984 quando alla 25ª giornata avvicendò Ilario Castagner) sia soprattutto come vice di Capello.