Perché Maignan non ne prende più una, ripete lo stesso errore: colpa di una tecnica da futsal
Cosa succede a Mike Maignan? Alla luce di quanto accaduto contro Bologna e Frosinone, vien da dire che non ne prende più una (o quasi). Non perché è unico responsabile dei gol subiti finora (27), che fanno della difesa rossonera la 10ª in Serie A (dietro anche il Torino), ma gli errori commessi dal francese pesano quanto le disattenzioni dei compagni di squadra (non solo di reparto).
Tutta colpa di un gesto tecnico caratteristico del Futsal: la postura a croce iberica adottata per coprire il primo palo (quello a lui più vicino) s'è rivelata inefficace. È stato un ‘semplice' errore di esecuzione oppure i fatti di Udine (gli episodi di razzismo) hanno lasciato scorie sulla concentrazione del calciatore inficiandone il rendimento?
Sì, è possibile abbiano inficiato l'equilibro del portiere ma nello specifico l'analisi si focalizza sulla valutazione sbagliata che si è ripetuta in due partite di fila (e in entrambe ha preso gol alla stessa maniera), un atteggiamento che meraviglia considerato lo spessore del portiere.
Reattività, spostamenti, tecnica individuale e gestione della porta sono i fattori che emergono dalla riflessione fatta dall'ex numero uno della Lazio, oggi opinionista Sky, Luca Marchegiani, sulla tendenza che oggi caratterizza i portieri soprattutto in occasione di tiri ravvicinati all'interno dell'area di rigore.
"Si preparano alla parata più in opposizione che aspettando di vedere la traiettoria e impostando la parata stessa sulla traiettoria. Sul gol di Mazzitelli del Frosinone – è l'esempio citato – si piazza già per coprire lo specchio della porta, allargarsi il più possibile e farsi tirare addosso. Lui fa la stessa parata che fa a Udine su tiro di Payero, dove para con la gamba destra. Qui il tiro rimbalza, si alza leggermente e non può reazione perché è piantato".
Qualcosa di simile è accaduto nella partita contro il Bologna, in occasione della rete segnata da Zirkzee: anche in quel caso la pecca non è nel posizionamento (leggermente avanzato rispetto al palo più vicino, appare corretto) ma nell'esecuzione del gesto tecnico.
Poca reattività e la non chiusura del triangolo formato da gamba, piede e mano (in questo caso lato debole della croce iberica) fa sì che anche un rimbalzo non eccessivo della palla passi sopra la gamba (contro i felsinei addirittura sotto) che non è protetta dalla mano.
I numeri. Su 23 giornate il Milan non ha incassato reti 7 volte ma la tendenza allarmante per la squadra 3ª in classifica è un'altra: negli ultimi 4 incontri (Roma, Udinese, Bologna, Frosinone) l'estremo difensore s'è dovuto chinare 7 volte per raccogliere la palla in fondo al sacco (in media, 1.75 volte a match) a fronte dei 9 centri realizzati dagli attaccanti.
Troppe oggettivamente per una formazione che ambisce a spingersi il più avanti possibile in Europa League, dopo la cocente eliminazione dalla Champions, e prova a farsi largo lassù stretta nella morsa di Inter e Juventus. Troppe se messe in controluce e paragonate alla stagione dello scudetto (accadeva 2 anni fa) quando i gol al passivo furono 31 su 38 giornate (e 69 quelli segnati).