Perché l’ultimo giudizio sulla Superlega non cambia molto nella guerra con l’Uefa
La giustizia spagnola torna sul caso Superlega. E lo fa "bloccando" nuovamente la Uefa, che però era già ferma di suo. L'ultima pronuncia, da parte della Audiencia Provincial Civil di Madrid, stabilisce che non possono essere inflitte sanzioni ai club rimasti fedeli al progetto, ovvero Barcellona, Juventus e Real Madrid. Sanzioni che la stessa Uefa non sta prendendo in considerazione, perché dal 27 settembre 2021 (quindi da più di un anno) il procedimento nei confronti delle tre società è stato dichiarato nullo, «come se non fosse mai stato avviato».
Ma allora perché la corte madrilena ha ritenuto necessario ribadire questo concetto, che allo stato attuale non sposta granché nella battaglia legale tra la Uefa e le "ribelli" del calcio europeo?
Perché la Superlega ha presentato ricorso a Madrid
Alla base, c’è una precedente decisione, del 20 aprile scorso, emessa dal Juzgado Mercantil n° 17 di Madrid. La giudice Sofia Gil Garcia, in quell’occasione, ha disposto la revoca delle misure concordate un anno prima, quando – per l’appunto – la stessa corte si oppose alle sanzioni da parte della Uefa ai club coinvolti nel progetto Superlega.
Da nove mesi circa, dunque, la giustizia spagnola non poneva più alcun ostacolo a possibili ripercussioni in ambito continentale per Barça, Juve e Real. Nove mesi in cui la Uefa non ha riaperto alcun procedimento, anzi, ha anche incontrato nel novembre 2022 il Ceo di A22 Sports Management, la società che porta avanti il piano della Superlega, benché – stando a quanto comunicato dalla Uefa – lo stesso dirigente abbia affermato che «questa società non rappresenta a titolo alcuno nessun club, compresi i tre che continuano a sostenere apertamente il progetto». Da questo incontro non è venuto fuori alcunché, perché la Uefa ha ribadito la propria contrarietà alla creazione di una lega parallela.
Mentre A22 Sports incontrava la Uefa, la stessa società portava avanti il ricorso avverso alla decisione del tribunale madrileno, che aveva riaperto uno spiraglio per le sanzioni ai club. Il reclamo è stato accolto dall’Audiencia Provincial Civil di Madrid, secondo cui il progetto della Superlega «non risulterebbe incompatibile con il fatto che le società interessate possano continuare a partecipare a competizioni nazionali che, dal punto di vista del diritto della concorrenza, corrispondono a mercati rilevanti diversi da quelli internazionali a livello europeo».
Per questo motivo, secondo i giudici, Fifa e Uefa «non possono giustificare il loro comportamento anticoncorrenziale come se fossero gli unici depositari di alcuni valori europei» e la minaccia di sanzioni rappresenterebbe una «aggressione alla libera concorrenza».
Uefa-Superlega, l'ultima parola spetta all’UE
La Uefa, dunque, non può sanzionare Barcellona, Juventus e Real Madrid. Non lo avrebbe comunque fatto, tant’è che ha annullato il procedimento disciplinare aperto per «potenziale violazione del quadro giuridico della Uefa». Oltretutto, la partita vera sul fronte giudiziario, non si gioca certo in Spagna.
L’attesa è tutta per la pronuncia da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che arriverà a marzo, dopo che lo scorso 15 dicembre sono state rese note le conclusioni a cui è giunto l’avvocato generale Athanasios Rantos.
Pareri consultivi e non vincolanti, che vanno in direzione opposta rispetto a quanto stabilito dall’Audiencia Provincial Civil di Madrid (specialmente riguardo all’accusa rivolta alla Uefa di tenere una posizione monopolistica), ma riprendono i principi già ribaditi dalla Commissione Europea (la quale ha siglato un accordo di cooperazione fino al 2025 con la Uefa) secondo cui «il mancato riconoscimento […] di una competizione sostanzialmente chiusa» quale la Superlega «possa essere considerato inerente al perseguimento di taluni obiettivi legittimi». Questo, però, è solo un parere. Per la decisione finale, occorre attendere il verdetto. Da Lussemburgo, non da Madrid.