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Perché Lukaku non gioca in Italia-Belgio: ha fatto una richiesta esplicita a favore del Napoli

L’attaccante ha rifiutato la convocazione in nazionale perché in ritardo di condizione e desideroso di sfruttare la pausa dei campionati per raggiungere un buon livello di forma. Il ct belga, Tedesco, ha accettato ma in patria la vicenda non è stata presa bene.
A cura di Maurizio De Santis
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Nel Belgio che sfida l'Italia in Nations League non c'è Romelu Lukaku. L'attaccante del Napoli ha chiesto e ottenuto di non essere convocato almeno per questo match. Al ct, Tedesco, che ne ha caldeggiato il rientro in nazionale ha spiegato di non essere ancora abbastanza in forma e d'avere bisogno ancora d'un po' di tempo per raggiungere la migliore condizione.

La scelta del belga: restare a Napoli per migliore la condizione atletica

Ecco perché ha scelto di sfruttare la pausa per restare nel quartier generale azzurro, a disposizione di Antonio Conte (che lo ha voluto fortemente) e dei suoi collaboratori: vuole colmare quel gap di preparazione precampionato accumulato nel periodo in cui la trattativa tra i partenopei e il Chelsea non s'era ancora chiusa (segnò al debutto alla 3ª giornata contro il Parma). Tre gol e 5 assist (di cui uno in Coppa Italia) è finora lo score dell'ex Blues che spera di essere al top dopo la sosta.

"Romelu è arrivato tardi a Napoli nel corso dell'estate – le parole di Tedesco in conferenza stampa per giustificare la decisione del calciatore di saltare Italia e Francia – e ci ha chiesto di restare in città per lavorare con la squadra e recuperare la migliore condizione. Ci ha anche fatto sapere che, al momento, difficilmente riuscirebbe a reggere per 90 minuti".

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Le reazioni in patria tra malumori e un sospetto strisciante

Fin qui la versione ufficiale della vicenda. In Belgio, invece, dietro tanta accondiscendenza al netto di un rifiuto vedono dell'altro. L'assenso da parte del selezionatore non è piaciuto a una parte della critica, che ha ritenuto quel gesto come una mancanza di polso e, al tempo stesso, di rispetto oltre che una pericolosa deriva. Frank Boeckx, ex portiere oggi allenatore, non ha usato giri di parole al riguardo: "Mi manca la sensazione che quei ragazzi volessero davvero andare in nazionale. Una volta non vedevano l'ora di essere convocati". Sulla stessa lunghezza d'onda è un altro ex calciatore, Marc Wilmots: "Normalmente in nazionale non esistono privilegi. Se faccio l'allenatore, non discuto con i club o i giocatori ma faccio la mia selezione in base a quello che vedo. E arrivano i convocati".

Altri ancora propongono una lettura più severa nei confronti del commissario tecnico: l'assenza della punta, che si somma a quella di De Bruyne e di Courtois, sarebbe la riprova ulteriore che c'è una frattura all'interno della squadra e malcontento nei suoi confronti da parte di quella "generazione d'oro" ormai al tramonto tra le fila dei ‘diavoli rossi'.

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Capofila del malessere, proprio il portiere del Real Madrid che aveva definito sui social Tedesco un "bugiardo" per non averlo chiamato in occasione dei recenti Europei nonostante fosse pienamente ristabilito dopo l'infortunio al ginocchio. Fu un gesto estremo, che fece seguito a un episodio che l'estremo difensore prese male: nel 2023, in piena corsa per le qualificazioni, il ct aveva annunciato che contro l'Estonia sarebbe stato Courtois il capitano in assenza di De Bruyne. La fascia finì a Lukaku e il numero uno dei blancos restò molto deluso. Quanto a ipotesi di dissenso anche da parte di Bruyne, sarebbe divenuto palese in occasione delle prime due gare di Nations League quando, nel corso della partita con la Francia, un labiale ("ora basta, lascio") era stato interpretato anche come una mancata condivisione della nuova esperienza in panchina

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