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Perché l’Italia organizzerà proprio insieme alla Turchia gli Europei 2032

L’ufficialità è arrivata, gli Europei 2032 si giocheranno in Italia e Turchia: la UEFA ha accettato la candidatura congiunta dei due Paesi, una mossa che ha un motivo ben preciso.
A cura di Ada Cotugno
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La UEFA ha accettato la candidatura condivisa di Italia e Turchia per ospitare gli Europei 2032. La possibilità del torneo diviso in due Paesi era trapelata la scorsa estate e adesso è diventata realtà: la Federcalcio italiana e quella turca avevano inviato una lettera congiunta ai massimi vertici del calcio europeo spiegando la scelta di presentarsi insieme, un fattore decisivo per l'assegnazione della competizione.

Ma perché le due nazioni avrebbero deciso di presentare una candidatura congiunta? I motivi sono ben chiari: fin dallo scorso luglio Italia e Turchia erano stati i due unici Paesi interessati per ospitare Euro 2032 e anche con il passare dei mesi non sono spuntati nuovi pretendenti pronti a prendersi la scena.

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La proposta della Federcalcio turca sembrava apparentemente la più forte, soprattutto sul tema delle infrastrutture, una delle noti dolenti dell'Italia. Sul tema degli stadi c'è un dibattito lungo che sembra non avere fine: quelli italiani sono tra i più arretrati in Europa. Negli ultimi anni la Turchia ha rinnovato, recuperato o costruito oltre 30 stadi in tutte le province, in un processo che è partito circa vent'anni fa. Molte strutture erano inizialmente inagibili, ma sono state trasformati in centri da poter frequentare tutta la settimana e non solo nei giorni delle partite.

Nel 2019 il Paese ha perso la corsa contro la Germania per ospitare Euro 2024 con un voto di 12-4, ma da allora ha fatto notevoli progressi per soddisfare i requisiti posti da Nyon sul tema degli stadi, dei trasporti e anche degli alloggi.

Da qui nasce la decisione di candidarsi insieme, sfruttando ognuno i suoi punti di forza per coprire le debolezze dell'altro. In questo modo l'Italia potrà ospitare le partite in 5 città, scegliendo così gli impianti migliori dal punto di vista strutturale e logistico, lavorando così su un progetto dimezzato e che non necessita di grandi coinvolgimenti del Governo.

È stato questo uno dei punti cruciali che ha portato il nostro Paese ad affiancarsi alla Turchia, unica altra candidata per ospitare Euro 2032: la FIGC non ha mai avuto garanzie per gli interventi sugli stadi e quindi non avrebbe mai potuto dimostrare alla UEFA di poter adeguare gli impianti in tempo per il grande appuntamento.

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Da parte del Governo sono arrivate timide aperture, ma fin qui non ci sono state le rassicurazioni necessarie per poter procedere, soprattutto per quanto riguarda un deciso impegno dal lato economico. La scelta di affiancarsi a un altro Paese permette all'Italia di dimezzare il carico di lavoro, senza chiedere grossi sforzi per poter affrontare tutti gli step necessari per ospitare una manifestazione del genere.

Oltretutto la Turchia lavora da diverso tempo per essere una delle sedi di una rassegna così importante: la federcalcio turca sta investendo molto sulle infrastrutture e, dopo aver ricevuto risposte negative per poter ospitare un'Olimpiade e un Mondiale, ha deciso di puntare il tutto per tutto sugli Europei del 2032. Una condizione ideale per i turchi che, con l'appoggio dell'Italia, hanno potuto portare a termine la grande missione di poter svolgere un ruolo centrale all'interno del panorama calcistico europeo.

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