Perché l’Inter con Oaktree non rischia l’iscrizione al campionato o lo smantellamento della squadra
Che ne sarà dell'Inter? Cosa succederà alla squadra campione d'Italia? Le difficoltà finanziarie del presidente, Steven Zhang, e la spada do Damocle dell'insolvenza hanno l'effetto di quella vocina che, hai voglia a stordirti con i festeggiamenti, continua a ronzarti in testa regalando solo sorrisi a denti stretti. Dall'Oriente, al di là della Grande Muraglia, ne ha fatti anche tanti partecipando in maniera virtuale alle celebrazioni di quella che, sembra ancora per poco, è la sua squadra. Ha perfino scherzato sui social con alcuni calciatori. Ma è stato come ballare sul Titanic.
La lettera del massimo dirigente di qualche giorno fa ha anticipato lo scenario di quel che potrebbe accadere/accadrà entro 48 ore: è spalle al muro (considerati gli intoppi per ottenere un prestito da Pimco), non ha i soldi per saldare il prestito di 385 milioni concessogli da Oaktree da versare entro il 21 maggio, dal 22 maggio i nerazzurri saranno nelle mani del Fondo americano che escuterà il pegno e diventerà proprietario del club.
Inter da Suning a Oaktree, la situazione
Occorrerà qualche giorno perché la burocrazia faccia il suo corso, compresa la sentenza emessa dal tribunale. Poi la holding di capitali statunitense, che già adesso ha due emissari nell'attuale CdA, prenderà in mano il comando delle operazioni attraverso la nomina di un nuovo Consiglio – durante il quale qualsiasi operazione sarà tecnicamente congelata – mettendo in conto (anche) le somme da corrispondere allo stesso Zhang. In base al contratto di pegno stipulato a garanzia della linea di credito aperta ha diritto a un importo pari alla differenza tra il valore dell'Inter e il debito.
Debito, è bene precisarlo, che è in capo solo al suo presidente e non all'Inter in sé, motivo per cui la stessa Inter non rischia alcun fallimento, né iscrizione al campionato e, addirittura, lo smantellamento della rosa attuale. Si troverà, di fatto, sotto un nuovo padrone che ha un solo interesse: far sì che il bene acquisito non si svaluti ma prosperi così da poterlo rivendere e fare un ottimo affare in termini di ricavi. È per questa ragione che la deduzione più plausibile è una: né Oaktree né Zhang hanno interesse a impigliarsi nella ragnatela di azioni e battaglie legali. Avrebbero un'unica conseguenza svantaggiosa per tutti: danneggiare l'Inter e tutto quel che ne consegue in termini economici.
E proprio Zhang non può permettersi levate di scudi e contenziosi: non ha solo problemi con l'Inter ma anche in Cina a causa di quella sentenza emessa dall'Alta Corte di Hong Kong a luglio 2022, per effetto della quale deve circa 300 milioni di euro di un prestito mai saldato a China Construction Bank Asia, ed è stata recepita anche in Italia dalla Corte d'Appello di Milano. Dal Tribunale è atteso anche un altro giudizio: che l'Inter riconosca al suo presidente uno stipendio così che i creditori possano compensare parte del debito vantato.
I conti dell'Inter sotto controllo di Oaktree
La struttura dirigenziale attuale, al netto di azzeramento e ricostituzione del Consiglio di Amministrazione, dovrebbe restare invariata. Almeno questo lasciano presagire i segnali che arrivano al riguardo, a cominciare dalla fiducia in Marotta (con lui anche in Ausilio e Antonello) che poggia sulla solida certezza dei conti (sottoposti a controllo dei revisori nelle scorse settimane, in attesa passino al vaglia anche della Covisoc) e sulla necessità di garantire la continuità aziendale.
Tutto con l'obiettivo e l'ambizione di aumentare il valore dell'Inter, già cresciuto in ultimi tempi grazie ai risultati sportivi conseguiti. L'anno scorso è giunta in finale di Champions, adesso ha vinto il campionato, parteciperà alla prossima edizione della nuova Super Champions (che prevede un ritocco verso l'alto dei premi) e nell'estate del 2025 figurerà nella lista del ricco Mondiale per Club che iscriverà voci importanti a bilancio a giugno 2025 e 2026. Quanto a quello del 2024, gli indicatori vanno verso la sostenibilità economica: l'esercizio a giugno 2024 registrerà un taglio robusto al saldo negativo rispetto al 2023 con una proiezione favorevole sul 2025 fino al possibile equilibrio contabile.
Taglio dei costi e aumento dei ricavi sono due lati della stessa medaglia (la politica di contenimento delle spese e di investimenti intelligenti sul mercato) che, abbinati ai successi sportivi, hanno aumentato risorse in virtù degli introiti maggiorati sul piano commerciale e dei ricavi da sponsor (cui andranno aggiunti anche i nuovi accordi per quelli di maglia).
Come sarà il mercato dell'Inter con Oaktree
Chiarito che l'Inter non corre alcun rischio di sopravvivenza né di messa in liquidazione della rosa, l'altro dubbio è legato al mercato. Cosa succederà? La questione dei rinnovi di contratto dei calciatori (Lautaro Martinez e Barella su tutti) non dovrebbe subire scossoni: c'è la disponibilità di tutte le parti di addivenire a intese congrue e convenienti per tutti.
Stesso filo conduttore per quanto concerne il calciomercato: gli arrivi (a parametro zero) di Taremi e Zielinski sono operazioni chiuse da tempo, l'Inter resterà saldamente ancorato ai principi che le hanno consentito di fare il salto di qualità anche dal punto di vista tecnico e di potenziale della rosa. Ovvero: scambi in pareggio e, in caso di offerte irrinunciabili per alcune delle pedine più in vista, i soldi ricavati verrebbero impiegati per rinforzare il parco giocatori.