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Perché Lautaro Martinez non fa più gol nell’Inter e in campo è diventato l’ombra di se stesso

Perché Lautaro Martinez non segna come l’anno scorso? I numeri e i motivi tattici del digiuno del capitano dell’Inter rispetto alla passata stagione.
A cura di Vito Lamorte
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Lautaro Martinez sta vivendo un momento di difficoltà. Il capitano dell'Inter non segna da più di un mese (3-11-2024, al Venezia) e i suoi numeri sono molto diversi da quelli dello scorso anno, quando guidò la squadra nerazzurra al 20° Scudetto a suon di gol e di grandi prestazioni.

L'attaccante argentino ha vissuto spesso dei periodi di magra dal punto di vista realizzativo nel corso di questi anni e, anche per questo, nell'ambiente interista non sembrano molto preoccupati. Le parole di Simone Inzaghi dopo la vittoria contro il Como ne sono la riprova: "Chiaramente fa notizia che Lautaro non segni per 8 partite. Ma ha occasioni, deve lavorare con fiducia. Tornerà a far gol. Noi chiediamo tanto agli attaccanti, ci sta che possano perdere un po' di lucidità. So cosa vuol dire per lui non segnare, deve rimanere tranquillo ben sapendo che la squadra sta vincendo sempre. Ha l'appoggio di tutti, si sbloccherà molto presto".

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I numeri di Lautaro Martinez: statistiche e motivi tattici

I numeri di Lautaro nelle prime 14 giornate sono i peggiori delle ultime stagioni, con soli 5 gol e 3 assist. Un calo rispetto alle stagioni precedenti, in particolare rispetto alla scorsa; quando aveva già segnato 15 reti e fornito 4 assist nello stesso periodo (2024-2025: 14 partite con 5 gol e 3 assist; 2023-2024: 16 partite con 15 gol e 4 assist; 2022-2023: 15 partite con 7 gol e 4 assist; 2021-2022: 15 partite con 9 gol e 2 assist; 2020-2021: 15 partite con 9 gol e 4 assist; 2019-2020: 15 partite con 8 gol e 3 assist).

Il Toro non aveva mai prodotto così poco in carriera in termini offensivi (0,37 xG ogni 90 minuti) e non aveva mai calciato così poco (2,57 tiri a partita, contro i quasi 4 dello scorso anno). Statistiche che fanno capire un po' il momento dell'attaccante nerazzurro ma bisogna considerare anche il modo in cui l'Inter si muove diversamente in avanti rispetto alle passate annate.

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In questa prima parte di annata 24-25 Marcus Thuram si muove più da punta mentre Lautaro si trova spesso a legare il gioco e a muoversi tra le linee: questa novità nel sistema di gioco di Simone Inzaghi ha dato nuova linfa realizzativa al francese ma il Toro sta riscontrando qualche difficoltà in più, anche a causa di una tenuta fisica non eccelsa visto che la preparazione estiva ridotta ha influito in maniera importante (ed evidente) sulle sue energie fisiche e mentali del numero 10 dell'Inter.

Inoltre, c'è sempre da tenere in conto un periodo di ‘digiuno' durante l'anno che Lautaro ha sempre passato da quando ha iniziato a giocare con continuità in Italia: dicembre '21-febbraio '22 (8 partite), aprile '19-agosto '19 e marzo '24-maggio '24 (7 partite), maggio 24′-settembre '24 e marzo '23-aprile 23 (5 partite).

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Lautaro racconta così il suo momento: "Sto giocando più lontano dall'area"

A raccontare questo particolare è stato lo stesso Lautaro Martinez in un'intervista al Corriere della Sera: “Dopo la vittoria della Copa America sono tornato qualche giorno prima dalle ferie per l’infortunio di Taremi e ho avuto qualche difficoltà: il corpo a volte ti presenta il conto. Adesso però sto meglio. A volte mi sento un robot, altre volte no: riposare mi piace poco, ma a volte le gambe non rispondono, a volte è la testa che non va. Le due cose devono essere collegate e bisogna essere bravi a gestirsi".

Il capitano nerazzurro, che non segna da più di un mese, ha spiegato così il suo difficile momento: "Sono un attaccante e vivo per il gol. Però si deve anche analizzare la partita che uno fa. E io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra: è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così".

Infine, il Toro si è soffermato anche sul suo partner offensivo Marcus Thuram e sul modo di giocare differente rispetto allo scorso anno: "Lui sta più centrale e più avanzato, ma non è una cosa studiata: nasce dalla nostra intesa in campo. L’anno scorso spesso era lui che arretrava un po’ o si allargava, adesso tocca a lui fare più gol”.

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