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Perché l’arbitro Marciniak ha rischiato di perdere Manchester City-Inter in finale di Champions

L’arbitro Szymon Marciniak ha rischiato di essere sostituito dopo la designazione per la finale di Champions League tra Manchester City e Inter.
A cura di Vito Lamorte
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Szymon Marciniak sarà l'arbitro della finale di Champions League tra Inter e Manchester City, che si giocherà allo stadio Ataturk di Istanbul. L'arbitro polacco ha arbitrato la finale dei Mondiali in Qatar e così è stato scelto dalla UEFA per l'ultimo atto del massimo torneo continentale ma negli ultimi giorni la sua designazione è diventata motivo di discussione.

Il direttore di gara era stato accusato di aver partecipato in Polonia ad un evento organizzato dal leader dell'estrema destra polacca "Mentzen", noto per le sue posizioni omofobe e antisemite: una notizia che ha posto diversi punti interrogativi sulla scelta della UEFA di affidare la finale di Champions a Marciniak.

L'ente che governa il calcio europeo ha chiesto all'arbitro chiarimenti urgenti e ha preso molto seriamente la questione, sottolineando che l'intera comunità calcistica sia totalmente contraria alle idee propugnate dal gruppo politico polacco di estrema destra.

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Marciniak ha risposto così sui social alle accuse: "In relazione ai resoconti odierni dei media, dichiaro di non aver mai sostenuto o legittimato partiti, organizzazioni politiche o singoli politici e mi dissocio chiaramente da qualsiasi visione, dichiarazione e azione estremista, razzista o antisemita. Per quanto riguarda la copertura mediatica odierna dichiaro di non aver mai appoggiato né legittimato alcun partito politico, organizzazione o singolo politico. Mi dissocio, con forza e chiarezza, da qualsiasi tipo di visione, affermazione o azione radicale, razzista o antisemita".

Sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione polacca con una nota: "Szymon Marciniak ha fornito alla PZPN ampie spiegazioni della situazione. Ha dimostrato di non conoscere Slawomir Mentzen e di non avergli mai parlato. Dopo aver parlato con l'arbitro e aver preso conoscenza delle prove raccolte, PZPN respinge qualsiasi accusa diretta a Szymon Marciniak. Secondo le nostre informazioni, Marciniak ha preso parte all'incontro di lavoro "Everest" come relatore invitato. Durante la conferenza ha tenuto una presentazione di 40 minuti. L'incontro ha avuto luogo il 29 maggio scorso a Katowice. Al convegno hanno partecipato 12 relatori. Subito dopo la sua relazione, Szymon Marciniak si è recato a Varsavia, dove ha preso parte al PKO BP Ekstraklasa Gala che ha concluso la stagione calcistica. I materiali che abbiamo raccolto mostrano che le manifestazioni politiche organizzate da Slawomir Mentzen si sono svolte in altre date e in altre città. Accostare la presenza di Szymon Marciniak a un incontro di lavoro con manifestazioni politiche organizzate da Slawomir Mentzen, con le quali il nostro arbitro non ha nulla a che fare e dalle quali si distacca completamente, è incomprensibile. Quando ci sono questo tipo di accuse, come quelle rivolte a Szymon Marciniak, sono sempre richieste obiettività e presentazione degli argomenti di ciascuna parte. In questo caso questo equilibrio è venuto meno e Marciniak è stato accusato ingiustamente: non gli è stata data la possibilità di spiegarsi e difendersi. La Federcalcio polacca e i nostri arbitri sono apolitici. Ci auguriamo che la UEFA tenga conto dei fatti che abbiamo citato nel prendere la sua decisione".

Il 42enne arbitro, internazionale dal 2011, ha partecipato ad una manifestazione a Katowice lo scorso 29 maggio organizzata da un partito della destra xenofoba ma Marciniak, dopo aver chiarito la sua posizione con l'UEFA ha scritto l'arbitro nel lungo mea culpa che lo ha ‘salvato' dalla rimozione forzata per la finale: "Non mi ero reso conto che in quell'appuntamento si propagandavano valori contrari alle miei convinzioni personali – . Mi scuso per qualsiasi disagio o danno che posso aver causato. Sono stato gravemente fuorviato e completamente all'oscuro della vera natura di questo evento. Non sapevo che fosse associato a un movimento di estrema destra polacco, altrimenti avrei rifiutato categoricamente l'invito".    

L'arbitro polacco ha proseguito il suo intervento dicendo di essere uno dei promotori nel suo paese, e non solo, di condotte contro le discriminazioni: "Condanno qualsiasi forma di odio o intolleranza, non hanno posto nello sport o nella società. Mi impegno a essere più accorto nel valutare gli eventi a cui partecipo. Farò tesoro di questa esperienza, per non ripetere errori in futuro. Mi scuso con i club, i giocatori, i tifosi, tutti quelli che ripongono la loro fiducia in me. Comprendo pienamente che le mie azioni hanno avuto ripercussioni oltre la delusione personale e sono pienamente preparato ad accettare qualsiasi conseguenza derivante dalla mia sconsiderata partecipazione. Chiedo umilmente un'opportunità per fare ammenda e riconquistare la vostra fiducia attraverso le mie azioni future".   

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Szymon Marciniak ha salvato la sua partecipazione alla finale di Champions League con questa lettera fiume in cui prende le distanze da tutto, ma qualche piccola ombra resta.

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