Perché l’arbitro di Milan-Atalanta non ha espulso Toloi che ha tolto la palla a Leao con il braccio
Perché l'arbitro Mariani non ha espulso Toloi sul contropiede di Leao? Il direttore di gara opta solo per il cartellino giallo, lo stesso che sventolerà sotto il naso dell'attaccante del Milan. Ed è un giallo pesante: essendo diffidato, salterà la prossima partita contro la Fiorentina. Quanto accaduto nel primo tempo della sfida di San Siro contro l'Atalanta è l'episodio che alimenta proteste da parte dei rossoneri che, a causa della stoppata di braccio del difensore della ‘dea' chiedeva il rosso diretto.
Cosa è successo e perché il fischietto non ha preso il provvedimento più severo? Le immagini, il regolamento e la (probabilie) interpretazione del direttore di gara aiutano a dare una risposta possibile. Non dissolvono tutti i dubbi (bastava vedere le facce dei giocatori rossoneri) ma danno una spiegazione.
L'episodio si verifica pochi minuti dopo il vantaggio della squadra di Pioli grazie al gol di Theo Hernandez (palla che sbatte sul palo e carambola sulla schiena di Musso). Leao intercetta una palla a metà campo, sta per partire in contropiede ma viene fermato dal centrale dell'Atalanta che – nel tentativo di fermarlo – scivola e col braccio sinistro intercetta la palla. La smorza, la rallenta, la strappa di fatto dai piedi dell'avversario e la trascina accanto al suo corpo.
Mariani non ha dubbi: estrae subito il cartellino giallo e scatena le proteste del ‘diavolo', in particolare del portoghese (anche lui punito con l'ammonizione). La valutazione che deve aver fatto fa riferimento alla distanza dalla porta, alla posizione del calciatore del Milan e quelli della della ‘dea' alla sua destra che avrebbero potuto ancora recuperare e tenergli testa nella corsa, alla involontarietà da parte di Toloi che tocca sì la palla ma lo fa perché impossibilitato a evitarla, tenendo conto della dinamica e della congruità del movimento del suo braccio rispetto alla caduta stessa.
In buona sostanza per il direttore di gara quell'intervento non è meritevole di una punizione così severa perché non ha negato una evidente occasione da rete (o la segnatura di un gol). Non si tratta di DOGSO, acronimo di "denying (a goal or) an obvious goal-scoring opportunity", ma di SPA ("stop a promising attack"). Ovvero, l'interruzione di una promettente azione d'attacco.
Perché un fallo possa essere considerato DOGSO sono necessari quattro punti: la distanza tra il punto in cui è stata commessa l’infrazione e la porta deve essere ravvicinata; la direzione generale dell’azione di gioco deve essere verso la porta; la probabilità di mantenere o guadagnare il controllo del pallone deve essere significativamente alta; la posizione ed il numero dei difendenti deve essere favorevole all’attaccante. Con ogni probabilità Mariani ha ritenuto non vi fossero tutti i requisiti necessari per estrarre un rosso.