Perché Lapo Elkann non è solo un tifoso della Juventus (e Agnelli lo sa bene)
«Uno dei primi tifosi della Juventus»? Sì, ma non solo. La frase con cui Allegri ha liquidato le critiche di Lapo Elkann non rispecchia esattamente il peso del rampollo nel club bianconero. Non ha ruoli dirigenziali, vero, ma è pur sempre espressione della proprietà, nella sua ramificazione tra componenti della famiglia Agnelli. E se uno di loro parla, non parla solo da tifoso. Specialmente su questioni che riguardano in primis la Juventus, come le scelte dell'allenatore, richiamato in sella proprio da quell'Andrea Agnelli che da un anno ormai appare in bilico nel suo ruolo di presidente. La querelle Superlega ha scalfito una poltrona che fino a pochi anni fa non sembrava poter essere messa in discussione, ma le ultime vicissitudini (condite dai mancati risultati sportivi) hanno aperto scenari diversi.
Elkann e Agnelli, quante quote controllano nella Juventus
La Juventus è controllata al 63,8% da Exor, la quale a sua volta vede il 52% delle quote in mano alla holding Giovanni Agnelli B.V., che comprende i discendenti dell'Avvocato. Circa un centinaio di azionisti, buona parte dei quali riuniti sotto l'ombrello della Dicembre S.s., che comprende tra gli altri John e Lapo Elkann. Il primo è il principale shareholder, con circa il 60% del capitale, mentre il resto è equamente diviso tra il fratello Lapo e la sorella Ginevra, che dunque detengono il 20% a testa. Andando a ritroso, dunque, Lapo Elkann è proprietario del 20% della società con la maggiore partecipazione (il 38% della Giovanni Agnelli B.V.) nella cassaforte di famiglia, che a sua volta detiene più della metà delle quote di Exor, che è la controllante della Juventus. «Uno dei primi tifosi», indubbiamente, suona riduttivo.
A dirla tutta, anzi, nella Giovanni Agnelli B.V. il peso (azionario, s'intende) degli Elkann è maggiore di quello degli eredi di Umberto Agnelli, dunque di Andrea Agnelli e della sorella Anna. Se la Dicembre S.s. detiene il 38% – e Lapo, col suo 20%, si ritrova in mano all'incirca il 7,6% del tesoro familiare – il ramo degli eredi di Umberto Agnelli può contare sull'11,85%. Quindi anche il presidente della Juventus è azionista e proprietario di quote, nella galassia che porta al controllo del club bianconero. Quante siano effettivamente sue e quante spettino alla sorella, non è noto (tra i fratelli Elkann, come visto, c'è una discrepanza a favore di John), ma ciò non toglie che in termini di quote, tra Lapo Elkann e Andrea Agnelli non ci sia poi tutta questa differenza. Se poi si considera il peso dei rami genealogici, tra i primi (38% della holding) e i secondi (11,85%) è evidente da quale lato penda la bilancia.
Andrea Agnelli rischia di perdere la presidenza della Juventus?
Dunque, accertato che Lapo Elkann non è semplicemente «uno dei primi tifosi» della Juventus, resta chiaro che di ruoli effettivi nel club non ne abbia. Non è dirigente e non è amministratore, ma il suo nome circola come possibile pedina per un ribaltone nei quadri della Vecchia Signora. Perché è da un anno che la posizione di Andrea Agnelli nel ruolo di presidente sembrerebbe essere in bilico. Dal fiasco della Superlega, strenuamente difesa dallo stesso Agnelli anche in tempi recentissimi, per la quale continua ad essere uno dei pochi a metterci la faccia pubblicamente. Anche più di Florentino Perez (che dopo aver portato avanti la causa ha optato per un low profile a livello mediati) e di Joan Laporta. Con tutto quello che ne è conseguito, sia nei rapporti con la Uefa, sia nelle sue funzioni all'interno dell'Eca, della quale non è più presidente.
Poi si possono cercare anche altre cause, più lontane nel tempo. Dall'all-in per Ronaldo, che non ha portato i suoi frutti, fino ai continui cambi di guida tecnica che, alla fine, hanno portato al ritorno di Allegri. L'inserimento di Maurizio Arrivabene come amministratore delegato, poi, ha dato un segnale di svolta nella gestione del club, dato che una figura di questo genere non la si vedeva dai tempi di Marotta. Quel Marotta che lasciò la Juve proprio per una differenza di vedute con Agnelli, pronto a ringiovanire la dirigenza bianconera. Quattro anni dopo, terminato il dominio casalingo (proprio a favore dell'Inter di Marotta…), il passo indietro ha aperto altri scenari, aggravati per altro dall'emergenza Covid-19. Se già nel 2019, dopo l'acquisto di Ronaldo, è stato approvato un aumento di capitale da 300 milioni; con la pandemia si è reso necessario un ulteriore intervento da 400 milioni, per un totale di 700 milioni in tre anni.
Lapo Elkann, quale futuro nella Juventus?
Numeri che incidono sulla gestione di Andrea Agnelli e, inevitabilmente, alimentano dubbi. Eppure, un anno dopo la bomba della Superlega, il suo posto è rimasto lì, alla presidenza del club. Che possa rimanerci in futuro, è tutt'altro che scontato, anche se fino a non molto tempo fa non sembrava nemmeno possibile mettere in discussione la sua leadership. I risultati, sul campo e non solo, dicevano questo, almeno fino al 2018. Il resto, è storia recente. Così come le voci su un possibile nuovo presidente. Di ipotesi ne circolano tante: da un romantico rientro di Del Piero alla Juventus al cambio della guardia in famiglia, con Lapo Elkann tra i papabili. «Uno dei primi tifosi», sì. Ma non solo.