Perché la Supercoppa Italiana 2024 si gioca in Arabia Saudita?
La Supercoppa Italiana era il trofeo che metteva di fronte le squadre che avevano vinto i tornei più importanti del calcio del nostro paese: il campionato e la Coppa Italia. Da quest'anno non sarà più così, perché la formula della finale unica tra le due contendenti verrà sostituita con una Final Four e si giocherà in Arabia Saudita.
La decisione di giocare nel paese dell'Asia occidentale è stata presa sulla base di un accordo che segue il modello spagnolo e la Lega Serie A ha accettato l’offerta delle autorità sportive saudite, allargando il numero delle squadre e aumentando a tre il numero delle partire. In precedenza era stato firmato un accordo nel 2018 tra l'Arabia e la Lega, che prevedeva la disputa di quattro finali in quattro anni: due si sono tenute a Riyad nel 2019 e nel 2020 e l’ultima edizione avrebbe dovuto essere quella del 2020, ma la pandemia mondiale ha riportato il trofeo per due edizioni in Italia prima del 2023.
Nei mesi scorsi la partnership tra la Lega e gli arabi è stata rinnovata: così quattro delle prossime sei edizioni della Supercoppa Italiana si giocheranno ancora in Arabia Saudita, che ospiterà le edizioni del 2024, 2025, 2028 e 2029. Da stabilire le sedi delle edizioni del 2026 e 2027.
Oltre alla volontà di espandere il calcio italiano a livello internazionale, approfittando delle opportunità offerte dal mercato saudita, si tratta di una scelta legata a motivazioni finanziarie per un movimento in grande difficoltà come il nostro.
L'accordo complessivo è triplicato rispetto a un anno fa e il montepremi è salito da 7,5 milioni di euro nella stagione precedente ai 23 milioni di euro attuali, dei quali 16,2 alle squadre partecipanti e saranno suddivisi così: 1,6 milioni di euro a squadra per le semifinaliste (in base all’accordo con l’Arabia Saudita, una delle due semifinaliste perdenti giocherà anche un’amichevole contro una formazione locale), alle finaliste 5 milioni di euro e 8 milioni alla vincitrice (poco meno di quanto incassato dalle squadre che si sono qualificate agli ottavi di Champions League).
Questa scelta ha suscitato dibattiti e discussioni per il modo in cui vengono trattati i diritti umani e le politiche sociali in Arabia Saudita ma la FIGC ha giustificato la scelta sottolineando le opportunità finanziarie che derivano dal trasferimento, contribuendo al finanziamento di importanti progetti nel calcio italiano.
Questa decisione, con relativo cambio di format e l'incremento di partite, ha portato ad un cambio di calendario e l'intasamento delle date in una stagione già piena di impegni: l’opinione pubblica si è divisa sulla possibilità di andare a giocare in Arabia Saudita e molti hanno espresso preoccupazione sul fatto che il calcio italiano stia mettendo da parte i valori etici e la moralità per motivazioni economiche.