Perché la Roma ha cambiato 10 calciatori nella partita contro l’Udinese ma è tutto regolarissimo
La Roma ha effettuato dieci cambi compreso il recupero della prosecuzione della partita di campionato contro l'Udinese. Detta così, sembra che Daniele De Rossi abbia violato il regolamento sul numero delle sostituzioni a disposizione. In realtà la situazione è ben diversa, il tecnico ha commesso nulla di irregolare. E la vittoria ottenuta allo scadere è pienamente legittima. Semplicemente, si è attenuto al regolamento che gli ha permesso di avvicendare qualche pedina nella formazione di partenza.
Cosa è successo? Il tecnico capitolino ha mandato in campo 6 giocatori diversi rispetto alla formazione titolare della volta scorsa (Mancini, Smalling, Pellegrini, Spinazzola, Azmoun, Abraham), 2 sono stati i cambi effettuati allora (Karsdorp al posto di Huijsen e Dybala per Aouar), 2 quelli di ieri sera (Llorente per Smalling, El Shaarawy per Karsdorp). Poteva farlo? Assolutamente sì.
A dissolvere ogni dubbio è il ricorso alla norma che disciplina momenti del genere: l'articolo 30, comma 4, della Lega Nazionale Professionisti di Serie A che fa riferimento al recupero delle gare non iniziate, interrotte od annullate e gare in campo neutro. In sintesi, i tecnici non sono obbligati a riprendere l'incontro con gli stessi undici giocatori che erano in campo prima della sospensione (di qui l'equivoco sull'interpretazione del numero dei ‘cambi') ma la libertà di cui godono non può andare oltre un determinato perimetro di prescrizioni.
Ecco nel dettaglio le modalità relative alle squadre e ai giocatori utilizzabili in occasione della prosecuzione del match:
- a) la partita riprende esattamente dalla situazione di gioco che era in corso al momento dell'interruzione, come da referto del direttore di gara
- b) nella prosecuzione della gara possono essere schierati tutti i calciatori che erano già tesserati per le due Società Associate al momento dell'interruzione, indipendentemente dal fatto che fossero o meno sulla distinta del direttore di gara il giorno dell'interruzione, con le seguenti avvertenze:
– i calciatori scesi in campo e sostituiti nel corso della prima partita non possono essere schierati nuovamente (nel caso specifico erano Kingsley Ehizibue e Hassane Kamara per l'Udinese, Dean Huijsen e Houssem Aouar per la Roma. Questo spiega perché, tanto Fabio Cannavaro quanto Daniele De Rossi aveva a disposizione altre 3 sostituzioni).
– i calciatori espulsi nel corso della prima partita non possono essere schierati nuovamente né possono essere sostituiti da altri calciatori nella prosecuzione.
– i calciatori che erano squalificati per la prima partita non possono essere schierati nella prosecuzione.
– possono essere schierati nella prosecuzione i calciatori squalificati con decisione relativa ad una gara disputata successivamente alla partita interrotta.
– le ammonizioni singole inflitte del direttore di gara nel corso della gara interrotta non vengono prese in esame dagli organi disciplinari fino a quando non sia stata giocata anche la prosecuzione.
– nel corso della prosecuzione, le due squadre possono effettuare solo le sostituzioni non ancora effettuate nella prima gara.
Nemmeno l'utilizzo di Llorente, che pure ha sollevato qualche perplessità, lascia ombre: undici giorni fa ha giocato i 71 minuti del match interrotto e sospeso per il malore accusato da Ndicka (da regolamento, lui stesso poteva essere schierato), giovedì sera non sarebbe dovuto scendere in campo ma l'infortunio di Smalling ha richiesto il suo impiego sia pure per poco. È uscito e poi rientrato in questa sorta di lunga partita? No, anche se è questa l'impressione (sbagliata) avuta dallo spettatore esterno.