Perché la polemica di Pirlo sul rigore di Chiellini in Napoli-Juve è inspiegabile
Alibi e sospetto. Andrea Pirlo prende l'uno e l'altro e li usa per spiegare come, in buona sostanza, la sconfitta della Juventus a Napoli sia stata causata da una serata negativa non della sua squadra (incapace di affondare i colpi contro un avversario decimato dagli infortuni e in un momento negativo) ma dell'arbitro Doveri e del Var (Valeri). Il motivo? Il calcio di rigore concesso ai partenopei per la manata rifilata in pieno volto da Chiellini a Rrahmani non vista dal direttore di gara ma segnatagli dalla cabina di regina e poi verificata con la on-field-review. Una decisione rivelatasi giusta anche alla luce delle immagini riviste in seguito alla moviola che mostrano come il difensore abbia il braccio largo e alto rispetto al corpo, come cerchi il contatto con l'avversario e poi si lascia andare come se fosse stato lui a ricevere il colpo e non ad averlo dato.
Eppure, nonostante l'evidenza dei fatti, la versione spiegata dall'allenatore è un'altra, tutta imperniata sulla convinzione che, a parti invertite, quel fallo non sarebbe stato sanzionato con il penalty. Insomma, alla Juventus gli arbitri non farebbero sconti. Contro la Juventus adotterebbero un metro di giudizio estremamente fiscale ("così facendo ogni contatto dovrebbe essere rigore su tutti i campi…"). Non si tratta di una deduzione ma della realtà dei concetti espressi dal tecnico bianconero in diretta TV, nel corso delle interviste: "Se fosse capitata a noi una situazione del genere – le parole di Pirlo – non avrebbe fischiato il rigore. Sai le polemiche, i casini… ma ci sta perché: siamo sulla bocca di tutti e tutti ci giudicano".
Protestare per l'arbitraggio e l'alibi dei perdenti. È sempre stato questo l'adagio ricorrente in casa bianconera ogni volta che gli avversari si lamentavano per le presunte sviste/valutazioni errate oppure squilibrate quando i casi erano al limite. Pirlo mette da parte il proverbiale self control e aggiunge: "Gli episodi hanno fatto quello che dovevano fare… ma li accettiamo". Anche questa è una frase che solleva dubbi pretenziosi (e maliziosi) nei confronti degli ufficiali di gara e viene smentita da un episodio ulteriore nel quale è ancora una volta Chiellini, in questo caso graziato dalla decisione dell'arbitro.
Capita al 18° del primo tempo per un possibile tocco di braccio (è quello sinistro) del difensore su colpo di testa di Maksimovic, che salta in anticipo su cross da calcio d'angolo: Doveri ritiene quella deviazione involontaria, reputa il movimento delle articolazioni congruo, si mostra indulgente nel valutare la dinamica dell'azione e, previo silent check del Var, conferma la decisione. Decisione apparsa molto dubbia e contestata dai partenopei che, a conti fatti, lamentano anche la seconda ammonizione mancata al difensore della Juventus per una brutta entrata su Osimhen. Provvedimento che avrebbe portato all'espulsione per somma di ‘gialli'.
Un altro episodio che avrebbe potuto incidere – secondo Pirlo – è relativo a Di Lorenzo: già ammonito per aver commesso fallo su Chiesa, viene nuovamente saltato dall’esterno bianconero e lo afferra per il braccio. La trattenuta non sembra eccessiva né in grado di bloccare effettivamente la corsa dell'ex Viola (che si ferma). Per Doveri non è fallo (valutazione corretta) perché il calciatore del Napoli evita guai lasciando subito la presa. Ultima annotazione: una brutta entrata di Cuadrado su Lozano sanzionata solo con un'ammonizione nonostante fosse intervenuto col piede a martello sullo stinco del messicano