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Perché la Juve chiuderà il calciomercato con un solo nuovo acquisto: era la missione di Giuntoli

La Juventus ha ufficializzato un solo nuovo acquisto in questa sessione di mercato: Allegri è furioso, ma Giuntoli ha portato a termine il lavoro che gli era stato assegnato.
A cura di Ada Cotugno
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È stato un calciomercato con il freno a mano tirato, fatto di un solo acquisto ma tanto lavoro sul fronte delle cessioni: negli spogliatoi della Juventus (e in particolare dopo la partita pareggiata contro il Bologna) serpeggia il malumore di Massimiliano Allegri che si aspettava di poter ricevere qualche rinforzo in più per affrontare questa stagione, quella del riscatto dopo un anno da dimenticare.

Ma senza gli introiti derivanti dalle coppe europee tagliare i costi è diventata una priorità assoluta, più urgente di qualsiasi altra mossa. Il mercato chiuderà venerdì e, a meno di colpi a sorpresa delle ultime ore, l'unico nuovo innesto presentato dai bianconeri è Timothy Weah, presentato lo scorso primo luglio. In realtà la dirigenza ha seguito diversi profili nel corso di questa estate, come Milinkovic-Savic, Berardi e Lukaku, tutti saltati per motivi differenti.

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All'inizio di questo nuovo ciclo l'amministratore delegato Maurizio Scanavino ha dato linee guida molto precise che Cristiano Giuntoli, il nuovo direttore sportivo strappato al Napoli, ha seguito con grande scrupolo. L'obiettivo era quello di abbassare l'età media della squadra e di ridurre il monte ingaggi: con gli addii ingombranti di Cuadrado, Paredes e Di Maria e le altre operazioni di alleggerimento dell'organico la Juve ha risparmiato circa 70 milioni di euro, abbassando l'età media della squadra di oltre due anni grazie all'inserimento dei giovani talenti lanciati da Allegri.

Anche il monte ingaggi ha subito la stessa sorte, passando dai 95 milioni di euro netti dell'ultima stagione agli 83.5 di questo campionato. E anche se Allegri si aspettava di poter ricevere qualche rinforzo in più con il quale poter lavorare e tornare a essere competitivo, Giuntoli ha svolto esattamente il lavoro che gli era stato richiesto dall'ad: la sua missione era quella di lavorare in uscita nel modo più efficiente possibile, mettendo in ordine e cercando di tamponare il più possibile l'assenza dei ricavi portati dalle coppe europee.

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