Perché la Germania non può fare a meno di Kroos spiegato con una frase: “Con lui è tutto più facile”
Come farà la Germania quando Toni Kroos non ci sarà più? Il ct, Julian Nagelsmann, ha scacciato questo cattivo pensiero convincendo il centrocampista a cambiare idea e a tornare in nazionale per gli Europei 2024 che si giocano in patria dopo aver annunciato il suo addio al calcio a fine stagione. Non riusciva a immaginare Die Mannschaft (la nazionale tedesca) senza Kroos in campo questa sera contro lo Scozia.
Nella partita inaugurale del trofeo continentale non poteva mancare un calciatore del suo spessore umano, tecnico, tattico. Né contro Svizzera e Ungheria che completano il girone e anche oltre, volando col pensiero alla finale e alla Coppa da sollevare sotto il cielo di Berlino. Lo scenario perfetto per uscire di scena e dirsi addio. Sì, perché il motivo vero che ha stuzzicato il 34enne talento di Greifswald (sulle rive del Baltico) a vestire ancora la casacca della Germania è proprio questo: giocare per conquistare gli Europei dopo la Champions.
È il manifesto del messaggio che Kroos condivise sui social a febbraio scorso, con il quale comunicò il suo rientro in pianta stabile in nazionale da marzo: "Perché? Me lo ha chiesto il ct, perché ne ho voglia… se sono qui e perché penso che possiamo vincere". Musica per le orecchie di tifosi, compagni di squadra e allenatore perché nessuno come Kroos sa dare ordine, equilibrio, sicurezza al centrocampo. Nessuno più di lui sa farla girare meglio.
"Toni per noi è fondamentale – le parole di Nagelsmann in conferenza stampa alla vigilia della gara contro la Scozia -. Puoi dargli la palla in qualsiasi momento. La sua presenza è importante per tutti, soprattutto per i giocatori più giovani. Mi ha spiegato che sarebbe tornato solo se avesse avvertito sensazioni positive… che, sì, possiamo vincere".
Non è un caso che proprio a marzo sono arrivate vittorie corroboranti contro la Francia (a Lione) e l'Olanda. Non è un caso che da quando c'è lui è salita di tono tutta la Germania. "Toni è il giocatore che prepara la squadra all'ultimo passaggio. Colui che rende tutto molto più facile al suo compagno", la frase di Gundogan rende bene l'idea di quanto sia fondamentale averlo accanto in campo.
E di come, grazie a lui, Nagelsmann sia riuscito a far coesistere Musiala e Wirtz vicino allo stesso Gundogan, alle spalle di Havertz. Kroos è il Mr. Wolf della Germania: gli altri devono solo pensare a giocare, di tutto il resto se ne occupa lui. Nella peggiore delle ipotesi c'è sempre quel gran genio del suo amico, Rudiger, a fare il ‘lavoro sporco'.