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Perché la causa di Diarra contro la Fifa rischia di provocare un terremoto nel calcio

Un eventuale verdetto favorevole della Corte d’Appello di Giustizia dell’Unione Europea potrebbe concedere ai giocatori il potere di rescissione dai contratti senza che i loro club siano risarciti.
A cura di Maurizio De Santis
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Il caso Lassana Diarra e la sua causa contro la Fifa finora è passato sotto traccia, ma rischia di essere dirompente per il mondo del calcio (come ai tempi della sentenza Bosman) qualora domani la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronunciasse a favore del calciatore, lasciando nelle sue mani il potere di rescissione contrattuale e rivoluzionando il mercato dei trasferimenti. Per capire cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere in futuro serve riannodare i fili della vicenda.

Perché Diarra ha intentato causa contro la Fifa

Nell’estate del 2014 Diarra era tesserato per il Lokomotiv Mosca ma tra club e calciatore si accese un'aspra diatriba per questioni legate al suo stipendio. La società si difese attaccando, sostenendo che vi fossero palesi violazioni da parte del centrocampista e per questo motivo rescisse in via unilaterale l'accordo. La vicenda ebbe un seguito ulteriore: il sodalizio russo trascinò Diarra davanti alla camera di risoluzione delle controversie della Fifa, perché? Chiese e ottenne una sorta di indennizzo che il giocatore avrebbe dovuto scontare pagando una multa di 10.5 milioni.

In quello stesso periodo Diarra venne contattato dai belgi dello Charleroi, l'operazione si sarebbe conclusa a due condizioni: il giocatore doveva essere libero contrattualmente (e il sodalizio chiese conferme alla Fifa al riguardo), il club non doveva accollarsi nessuno degli importi dovuti al Lokomotiv. Il governo del calcio internazionale non poté offrire garanzie in tal senso e l'affare saltò. L'ex Chelsea, però, non restò inerme e nel dicembre 2015 citò in giudizio la Fifa e la lega calcistica belga per mancato profitto. La battaglia legale è arrivata all'atto clou oggi, con il calciatore, 39enne e ritiratosi nel 2019.

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Il ricorso alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea

La causa di Diarra è ancora in corso presso i tribunali belgi, ma è l'impugnativa giunta sul tavolo della Corte d'Appello di Giustizia dell'Unione Europea che preoccupa considerati due principi fondamentali del diritto comunitario: la libera circolazione delle persone e la salvaguardia della concorrenza nei mercati interni.

Secondo quanto citato da The Guardian, Maciej Szpunar, è l'avvocato della CGUE che ha emesso un parere legale sulla questione ponendo due quesiti: la Fifa ha agito contro i diritti di Diarra alla libera circolazione quando gli è stata negata l'autorizzazione a trasferirsi allo Charleroi? L'obbligo imposto a un club acquirente di sobbarcarsi gli oneri finanziari dell'uscita di un giocatore dal suo precedente club può influire sulla possibilità di portare a termine transazioni? Per Szpunar la risposta è stata affermativa e se lo sarà anche quella della Corte il colpo inferto all'intera impalcatura del sistema dei trasferimenti provocherebbe un terremoto.

Cosa succede se la Corte dà ragione a Diarra?

Se la Fifa perdesse la causa la diretta conseguenza avrebbe effetti devastanti: il potere di trasferimento nelle trattative finirebbe nelle mani dei calciatori e dei loro procuratori che, attraverso l'esercizio della rescissione, potrebbero liberarsi in qualsiasi momento, con tutto quel che ne conseguirebbe in termini di battaglie legali sostenute dai club e dalla necessità di vedere tutelati i loro investimenti anche attraverso la contrattazione dei trasferimenti.

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Esempio: se finora una società poteva monetizzare nel cedere un calciatore sotto contratto, in caso di sentenza avversa alla Fifa resterebbe sguarnita rispetto alla possibilità del tesserato di svincolarsi "liberamente", magari caldeggiato da qualche grane club interessato a far saltare il banco a proprio beneficio. Come? Spingendoli a recedere dai loro contratti in un modo che adesso non è possibile.

Sentenza dirompente come Bosman ma con una differenza

La sentenza Bosman, del 1995, prese in esame ogni giocatore e la sua opportunità di trasferirsi liberamente in un altro club alla fine del contratto. Nel caso specifico, se Diarra avesse ragione, passerebbe un'altra opzione: un giocatore potrebbe lasciare il club in qualsiasi momento rescindendo il contratto e senza alcun risarcimento per la società stessa. La sentenza della Corte costituirà il verdetto finale? No, perché il caso tornerebbe dinanzi alle corti belghe, ma darebbe un indirizzo molto forte (e caotico) per il futuro.

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