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Perché in Spagna-Costa Rica ci sono stati 8 minuti di recupero nonostante il risultato fosse 6-0

Il recupero di Spagna-Costa Rica fa discutere, non per la lunghezza ma per un riflessione che nasce spontanea: dinanzi a un avversario manifestamente inferiore, ormai annientato, perché prolungare quell’agonia? La spiegazione non è in un atteggiamento fiscale né solo nel rispetto del tempo effettivo. C’è anche un’altra ragione.
A cura di Maurizio De Santis
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Sul tabellone dello stadio compare l'indicazione dei minuti di recupero concessi per Spagna-Costa Rica
Sul tabellone dello stadio compare l'indicazione dei minuti di recupero concessi per Spagna-Costa Rica
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Otto minuti di recupero. Un'agonia. Quanto il quarto uomo di SpagnaCosta Rica ha alzato la lavagnetta elettronica per indicare il tempo di recupero il primo pensiero è stato: perché prolungare una situazione del genere? Che necessità c'è di andare proseguire un match ampiamente chiuso già alla fine del primo tempo?

Il 3-0 in mezz'ora era stata la prova della schiacciante superiorità delle Furie Rosse contro un avversario modesto, che più di una difesa ordinata e "primo non prenderle" non era in grado di fare. Ci ha messo cuore, orgoglio poi è rimasto travolto dalla qualità del gioco e del talento degli iberici. Salivano il campo (come si dice in gergo) e tessevano le azioni a memoria, con la sequenza meccanica perfetta della spola che va avanti e indietro su un telaio.

Il risultato finale di 7-0 è mortificante per 'Los Ticos' e regala alla Spagna un bonus quanto a differenza reti.
Il risultato finale di 7-0 è mortificante per ‘Los Ticos' e regala alla Spagna un bonus quanto a differenza reti.

Il debutto della nazionale di Luis Enrique è senza sorprese, rispetto a quanto accaduto ad Argentina e alla Germania (prossima avversari nel girone). Va oltre più rosea aspettativa e, complici le proporzioni del risultato, piazza una bella ipoteca sulla qualificazione agli ottavi di finale. Il fattore differenza reti è fondamentale quando hai pochi incontri a disposizione e può rivelarsi il dettaglio decisivo in caso di arrivo a pari punti. Nella classifica avulsa è come beneficiare di un jolly che ribalta la mano.

È anche per questa ragione, oltre alla novità del tempo effettivo da rispettare recuperando eventuali perdite di tempo e situazioni di gioco fermo, che il direttore di gara Mohammed Abdulla Hassan ha prolungato l'incontro di quasi una decina di minuti. Al 90° la Spagna era sul 6-0, due minuti più tardi ha trovato anche la settima marcatura con Alvaro Morata.

Alvaro Morata, ex Juventus, ha chiuso il tabellino delle marcature: sua la settima rete dell'incontro.
Alvaro Morata, ex Juventus, ha chiuso il tabellino delle marcature: sua la settima rete dell'incontro.

Ha iniziato e chiuso in maniera scoppiettante, adesso si preparava al match clou contro i tedeschi che può essere determinante: se vince va agli ottavi in carrozza, se pareggia li ha in tasca ma deve fare ancora un piccolo sforzo, se perde lo ‘scudo' della differenza reti potrebbe tornarle utili nelle situazioni più spinose di conteggio.

Dani Olmo, Asensio, Ferran Torres (doppietta), Gavi, Soler e Morata i marcatori di un successo aggiorna anche un paio di dati statistici sulla partecipazioni della Spagna ai Mondiali. Anzitutto, con il 7-0 alla Costa Rica tornano alla vittoria nella gara inaugurale della Coppa del Mondo dopo 16 anni: l'ultima volta accadde nel 2006 con il 4-0 rifilato all'Ucraina. Nel 2010 e nel 2014 avevano perso con Svizzera e Olanda, nel 2018 se l'erano cavata con un pareggio contro il Portogallo.

La disperazione di Keylor Navas, una sconfitta di queste proporzioni è un pesante fardello per la sua nazionale.
La disperazione di Keylor Navas, una sconfitta di queste proporzioni è un pesante fardello per la sua nazionale.

La raffica di reti realizzate contro ‘Los Ticos' riscrivono anche un altro dato negli almanacchi del calcio mondiale: il 7-0 alla Costa Rica diventa la prima vittoria più rotonda nella storia delle Furie Rosse ai Mondiali, piazzandosi davanti al 6-1 inflitto alla Bulgaria nel 1998. Allora a segnare fu anche Luis Enrique, attuale ct degli iberici.

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