Perché in Juve-Bologna il gol di Vlahovic è stato annullato col Var anche se Rabiot non tocca la palla
Il gol annullato a Dusan Vlahovic nella ripresa, quando Juventus-Bologna era ferma sul risultato di 0-1, è l'episodio da moviola finito sotto i riflettori. I bianconeri avevano trovato la rete del pareggio grazie al tiro da distanza ravvicinata dell'attaccante serbo ma l'arbitro Di Bello, su segnalazione del Var, è andato alla on-field-review e invalidato la marcatura. Perché? Le immagini aiutano a capire cosa è successo, quale è stata la valutazione fatta anzitutto dagli ufficiali di gara in cabina di regia e poi dal direttore di gara che si è sincerato direttamente della dinamica dell'azione.
La discriminante è la posizione di Adrien Rabiot che, al momento della conclusione, si trova tra Vlahovic e il portiere dei felsinei, Skorupski. Il centrocampista francese non tocca la palla né sembra partecipare all'azione pur essendo in fuorigioco. Ma c'è qualcosa che gela l'esultanza sia dell'ex viola sia dello stadio: l'ex Psg viene ritenuto in posizione attiva di offside perché disturba la visuale dell'estremo difensore. Una determinazione a cui il Var è arrivato analizzando attraverso i differenti fotogrammi arrivati dalle telecamere e scomposti nelle diverse prospettive. La decisione finale spettava a Di Bello che, verificato il filmato, non ha avuto dubbi: Rabiot ostruiva la visuale di Skorupski.
L'altro da moviola: rabbia Bologna per l'intervento di Iling su Ndoye
Nel primo tempo è stata la Juventus a protestare per un fallo di mano in area di Lucumi. L'azione parte dai piedi di Danilo che innesca Weah: il suo tiro viene contrastato dal difensore del Bologna che sembra toccare la sfera con la mano. Perché non è stato concesso il rigore ai bianconeri? Il calciatore compie l'intervento con il braccio in appoggio a terra e da regolamento non c'è penalty né necessità di ricorrere alla on-field-review.
Nella ripresa è la squadra di Thiago Motta a lamentarsi in maniera molto rumorosa a causa di un intervento molto rischioso, al limite, di Iling-Junior: sulla respinta corta di Perin c'è Ndoye che si avventa sulla palla ed è più lesto di tutti ma cade per l'intervento dell'avversario. La panchina del Bologna grida al rigore ma per Di Bello, che effettua un rapido check con Var, così non è. La sua decisione si rivela dirimente, per lui si è trattato di un normale contatto di gioco non punibile con la massima punizione e nemmeno ha ravvisato gli estremi per una simulazione (tali da ammonire Ndoye).