Perché in 5 mesi non sono riusciti a vendere la Salernitana (che ora rischia di sparire)
Era il 10 maggio del 2021 quando allo stadio ‘Adriatico' di Pescara la Salernitana festeggiò la promozione diretta in Serie A dopo 23 anni d'attesa. Da quel momento in poi, superata la gioia dei tifosi per il raggiungimento di quel sogno, è iniziata una telenovela che fra tre giorni potrebbe avere scenari calcisticamente drammatici per l'Italia del calcio e la città di Salerno. L'incompatibilità gestionale da parte del presidente Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, che non possono essere proprietari in Serie A di due squadre (l'altro è la Lazio ndr) ha dato immediatamente il via ai lavori per la cessione della società a terzi. Ma il tempo era davvero poco e in pochissime settimane è stato davvero impossibile riuscire a cedere un club di tale blasone entro la data iniziale imposta a Lotito del 25 giugno. E così la Figc, con a capo il presidente Gabriele Gravina, lo scorso 7 luglio, ha accettato la soluzione di un trust che gestisse il patrimonio economico del club occupandosi in prima persona della cessione della Salernitana entro e non oltre il termine ultimo del 31 dicembre 2021:pena l'esclusione dall'attuale campionato di Serie A
Nel frattempo però la Salernitana ha avuto la possibilità di poter iniziare il campionato di Serie A senza problemi. La squadra affidata inizialmente al tecnico Fabrizio Castori e successivamente a Stefano Colantuono, è stata anche rinforzata con acquisti di prima fascia come Simy e soprattutto Franck Ribery. Ma nonostante questo, dopo un intero girone d'andata (con la gara contro l'Udinese da recuperare a causa del Covid) i granata sono riusciti a conquistare solo 8 punti frutto di 2 vittorie e due pareggi. Ma soprattutto, ad oggi i trustee Susanna Isgrò e Paolo Bertoli, rappresentanti di Melior e Widar Trust a capo del ‘Trust Salernitana 2021' non sono riusciti a chiudere alcune operazione per la cessione del club. Tra requisiti imposti, offerte inadeguate e dubbi sul bilancio, la Salernitana ora può rappresentare uno dei più grandi fallimenti del calcio italiano, incapace di gestire una vicenda di questo calibro. Le speranze della Salernitana ora sono appese a un filo con tre offerte sul tavolo dei trustee.
I requisiti imposti dai trustee e le offerte ritenute inadeguate
Il ‘Trust Salernitana 2021' aveva dato il via alle procedure d'acquisto della Salernitana lo scorso 17 luglio quando nessuno si sarebbe mai aspettato che il club granata potesse restare senza un vero proprietario per così tanto tempo. I requisiti imposti dai trustee erano chiari: tutti i potenziali acquirenti avrebbero dovuto inviare richiesta d'acquisto via pec dimostrando di possedere i requisiti d'indipendenza oltre ai requisiti economici, patrimoniali e finanziari. Tutto questo entro il 15 dicembre. Il soggetto interessato all'offerta avrebbe dovuto versare il 5% del prezzo offerto a titolo di acconto che sarebbe poi stato restituito se l'offerta non fosse stata accettata. In caso di fumata bianca invece, la cessione sarebbe poi avvenuta entro dieci giorni o comunque entro e non oltre il 31 dicembre 2021. In caso di più offerte congrue, sarebbe poi stata indetta una gara fra gli offerenti con l'offerta più alta ricevuta che avrebbe rappresentato il prezzo base e rilancio minimo pari all'1% del prezzo base della gara. E così lo scorso 5 ottobre i trustee sono usciti allo scoperto sottolineando come i soggetti interessati all'acquisto della Salernitana avessero vincolato la propria offerta d'acquisto all'approfondimento di alcune voci di bilancio fissando così un nuovo termine al 15 novembre.
Da quel momento, fra presunti acquirenti, smentite e nuove offerte, i trustee sono nuovamente usciti allo scoperto il 16 dicembre spiegando che nessuna delle offerte a loro recapitate rispondeva alle richieste. "Le offerte arrivate non sono ritenute accettabili poiché carenti dei requisiti e/o delle condizioni imposte dall’atto stesso o “perché, come in ultimo, il soggetto offerente non ha dimostrato la sussistenza dei requisiti economici, patrimoniali e finanziari congrui per perfezionare l’operazione”. Si era parlato tanto in quel periodo di due offerte concrete (la cordata romana e quella rappresenta dal fondo lussumburghese) che avrebbero potuto trovare il gradimento del trust ma che invece sono state respinte con tanto di spiegazione. "I Trustee precisano che nel primo caso, nessuna offerta ad oggi è stata presentata e nel secondo caso, nessuna garanzia, che l’offerente si era impegnato a produrre, è stata validamente presentata. Le verifiche svolte sono state effettuate anche attraverso diretti contatti con la banca che appariva quale emittente tale garanzia, che ha smentito ogni coinvolgimento. Di conseguenza, per la tutela della serietà e professionalità dei Trustee, gli stessi hanno ritenuto indispensabile denunciare i fatti all'Autorità Giudiziaria".
I dubbi sul bilancio e le offerte presentate ai trustee
A questo punto la situazione è completamente crollata. La Salernitana aveva la necessità di trovare un proprietario in meno di 15 giorni e così i trustee, rappresentati dall'amministratore unico, Ugo Marchetti, hanno chiesto alla Figc una nuova proroga per consentire quantomeno alla Salernitana di terminare l'attuale campionato di Serie A. Richiesta prontamente respinta dal presidente Gabriele Gravina che ha sottolineato ancora una volta che il patto con il trust, con tanto di accordo firmato, era quello di dover vendere la società entro e non oltre il 31 dicembre. Ecco perché ad oggi è corsa contro il tempo per capire in che modo i trustee riusciranno a concludere per tempo le trattative per la cessione della Salernitana ad un nuovo proprietario.
Al vaglio ci sarebbero almeno tre offerte certe: quella degli svizzeri di Implenia che offtono 25 milioni e quella della cordata di imprenditori salernitani rappresentata da Domenico Cerruti e Agnello ma soprattutto quella di Console and Partners (Toro Capital e Di Silvio) che avrebbero, invece, presentato l'offerta più alta. Da capire invece la volontà del notaio Orlando e dell'avvocato Michele Tedesco che, pur avendo offerto cifre inferiori rispetto alle precedenti, rispetterebbe tutti i criteri indicati dal trust e sarebbe pagata e garantita attraverso assegni circolari. La difficoltà nel riuscire a vendere il club però sta anche nei dubbi rappresentati dai bilanci societari. I granata avrebbero un passivo di 41 milioni e 790mila euro al 30 settembre 2021, con un patrimonio netto di 208mila euro. Anche questo scenario però è stato però prontamente smentito dai trustee con un comunicato ufficiale.