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Perché il Napoli si prende il rischio di vendere Kvaratskhelia al PSG nel bel mezzo della stagione

Cosa c’è di vero dietro la trattativa che può chiudersi in pochi giorni con la cessione del georgiano, generando una plusvalenza mostruosa per gli azzurri: il retroscena dell’operazione.
A cura di Maurizio De Santis
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Khvicha Kvaratskhelia al Paris Saint-Germain per 80/90 milioni compreso il cartellino di Skriniar, ipotesi che non scalda del tutto il club sia perché  con quel contante può fiondarsi su altro sia perché lo slovacco ha uno stipendio troppo oneroso. Edon Zhegrova, esterno di nazionale kosovara del Lille, è il calciatore che il Napoli ha individuato per sostituire il georgiano qualora le voci che rimbalzano dalla Francia fossero vere e si arrivasse alla conclusione di una trattativa.

Il 77 può davvero lasciare il club in pochi giorni? La possibilità c'è ed è tutt'altro che una semplice ipotesi di mercato. Ha sì un contratto fino al 2027 ma finora ogni tentativo di rinnovo è rimasto lettera morta. Attualmente Kvara è uno dei meno pagati della rosa e tanto basta a sottolineare quanto sia paradossale la sua condizione: ha uno stipendio di 1,5 milioni circa, somma che lo tiene a livello di Rafa Marin (che non gioca mai), Folorunsho (che sta per essere ceduto alla Fiorentina) e ancora a Mazzocchi e a Juan Jesus (che non sono centrali nel progetto azzurro), tanto per citare esempi che mettono in risalto l'anomalia macroscopica.

Kvara via perché vuole più soldi? Sarebbe eccessivo dare a un addio un significato del genere. La realtà appare un po' più complessa e aperta a differenti chiavi di lettura, compresa anche la possibilità che (forse) i tempi sono maturi per un sacrificio del genere che non sarebbe indolore ma, eventualmente, funzionale in chiave futura, tenendo conto di un'annata che riserva al Napoli solo il proscenio del campionato. La situazione economica ha lasciato l'amaro in bocca al calciatore e ai suoi agenti: dopo l'exploit di due anni fa si aspettavano un trattamento differente da parte della società, un riconoscimento tangibile non solo per quanto fatto ma per il valore e l'attaccamento mostrati in campo. E quando dalla capitale transalpina si sono fatti avanti proponendo cifre altissime s'alzò il muro per il no netto di Conte nell'estate scorsa e la reticenza dello stesso De Laurentiis (forte del documento firmato a luglio 2022) a privarsi anche di lui dopo Osimhen.

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Perché il Napoli valuta l'opzione cessione a gennaio? Può apparire come un controsenso e, soprattutto, un rischio importante da prendersi nel bel mezzo della stagione, eppure il georgiano non è più assolutamente incedibile. Di fronte a un'ottima offerta e a prospettive di mercato altrettanto allettanti, la logica algida del denaro e degli interessi mette da parte anche il cuore celato dietro il portafogli. Conte non lo ritiene più punto fermo? Può darsi. De Laurentiis medita di trarre il massimo adesso da un addio? Può darsi, sia perché risparmierebbe sul rinnovo al rialzo sia perché iscriverebbe a bilancio una plusvalenza mostruosa, incassando quasi dieci volte di più rispetto a quanto versò alla Dinamo Batumi per portarlo in Italia (9 milioni e rotti). Il fattore Kvara non è più asso nella manica? Può darsi, anche alla luce del rendimento in questa stagione e della collocazione nella squadra di Conte, la difficoltà a venire fuori dal guscio tattico in cui è rimasto prigioniero: in buona sostanza, complice l'esplosione di Neres, è finito (quasi) dietro le quinte e gli avversari ormai hanno capito come ingabbiarne l'estro. Kvicha non è più un attore protagonista.

I numeri non dicono tutto ma tracciano la cornice della cessione ventilata. Due anni fa Kvaratskhelia chiudeva la stagione con 14 gol, 17 assist tra campionato e Champions League. Quella scorsa, del naufragio post sbornia scudetto, fu tremenda anche per lui che manifestò insofferenza (anche se in maniera meno plateale rispetto a Osimhen) nei confronti di Rudi Garcia: 11 gol, 8 assist. Quest'anno, al netto degli infortuni e di un trend a corrente alternata e con pochi picchi, è fermo a 5 gol e 3 assist in una formazione che ha dinanzi a sé solo il campionato ed è fuori già dalla Coppa Italia. Ha perso smalto e magia. Ha la faccia di uno che ha capito e mal digerito il non sentirsi più esclusivo. Ha fiutato l'aria che tira e come lui il Napoli che non vuole né può permettersi di trascinarsi situazioni equivoche, scandite da un calciatore poco soddisfatto e che a fine stagione sarebbe più difficile da vendere a certe cifre.

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La concorrenza e l'esplosione di David Neres. Il gol realizzato contro la Fiorentina di prepotenza, con tecnica e audacia, ‘garra' e cinismo, la giusta dose di sfrontatezza e fame agonistica hanno acceso (finalmente) i riflettori sul brasiliano ex di Ajax e Benfica. Tre seti e 7 assist giocando meno, accontentandosi degli spezzoni di match e degli spazi avuti finora, pure sono numeri che fanno riflettere e alimentano una convinzione: il Napoli ha già un titolare pronto che può sostituire Kvara, essere schierato a destra oppure sulla corsia mancina e, in un'annata senza l'assillo delle coppe, potrebbe anche bastare (almeno per ora). Lo stesso ‘esperimento' di Spinazzola impiegato sulla sinistra contro la Viola (complice l'emergenza) può essere letto in tale senso: ovvero, che hic manebimus optime dell'estate scorsa non vale più. Le necessità adesso sembrano altre.

Il doppio colpo con il sacrificio di Kvicha. Anche qui non c'è ancora risposta certa. Ma non è la prima volta che il nome del 25enne esterno mancino Zhegrova (nella foto sopra) viene accostato al Napoli, così come ad altri club di Serie A (il Milan). Stesso discorso per il clamoroso ritorno in Serie A di Federico Chiesa che a Liverpool è finito in naftalina. Grazie ai soldi incassati dalla cessione del 77 oltre a lui potrebbe indossare la maglia azzurra anche un difensore che pure serve come il pane: Milan Skriniar. Può darsi o può darsi che col cash ricavato (e senza contropartite tecniche) arrivi qualcun altro in un'altra zona del campo come la mediana (è il caso di Frattesi o Pellegrini).

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