Perché il gol di Benzema è stato annullato: un fuorigioco ai limiti dell’impossibile
Per un arbitro ci sono contesti e situazioni sicuramente più favorevoli di una finale di Champions League per ritrovarsi alle prese con un caso da moviola contorto, spinoso, di difficilissima valutazione. È quanto successo Clement Turpin, direttore di gara di Liverpool-Real Madrid, in occasione del gol annullato a Benzema per fuorigioco nel finale di primo tempo. Decisione che ha richiesto un check al VAR di svariati minuti e che si è conclusa con l'annullamento del gol per la posizione dell'attaccante francese, giudicata irregolare. E qui sorge la domanda: perché, visto che l'ultimo a toccare il pallone è stato Fabinho?
Sulla posizione dell'attaccante del Real Madrid ci sono pochi dubbi: è oltre Van Dijk, il penultimo difendente dei Reds. Ma non è questo l'aspetto su cui ci si è soffermati in sala VAR per l'analisi dell'episodio. L'aspetto cruciale, infatti, è da individuare nel tocco che ha portato il pallone tra i piedi di Benzema. Non di Valverde, giocatore del Real Madrid, ma di Fabinho del Liverpool, in seguito ad una carambola piuttosto casuale.
E qui entrano in scena due concetti, definiti dal regolamento, che delimitano il confine tra fuorigioco e posizione regolare. Con qualche zona d'ombra, come vedremo. Salvataggio o giocata: la differenza sta tutta qua. Il concetto di "salvataggio" è spiegato dal regolamento del calcio proprio quando si parla di fuorigioco. La norma dice: "Un calciatore in posizione di fuorigioco […] deve essere punito soltanto se viene coinvolto nel gioco attivo […] traendo vantaggio interferendo con un avversario o giocando il pallone quando è stato effettuato intenzionalmente un "salvataggio" da un avversario". E successivamente si spiega nel dettaglio il significato di salvataggio: "Si ha quando un calciatore, per interromperne o tentare di interromperne la traiettoria, tocca il pallone che sta andando dentro o molto vicino alla porta, con qualsiasi parte del corpo tranne le mani / braccia".
Diverso è invece il caso della "giocata", chiarito dall'AIA negli scorsi anni attraverso una circolare interna. L'indicazione decisiva per valutare l'intenzionalità di un gesto, e quindi la presenza di una giocata, è legata alla dinamica dell'azione: "Occorre un chiaro movimento del calciatore verso il pallone", affinché si possa parlare di giocata a tutti gli effetti.
Ma allora Benzema era in fuorigioco o no? La discussione resta aperta, anche regolamento alla mano, e questo basta a rendere l'idea della difficoltà estrema della situazione. Perché da un lato l'intervento di Fabinho ha i contorni del salvataggio, ma la palla non era chiaramente diretta verso la porta (anzi, andava nella direzione opposta). E il movimento del calciatore brasiliano è chiaramente in direzione del pallone, come in una giocata. L'impressione è che la decisione dell'arbitro Turpin sia stata comunque la più corretta: il tocco di Fabinho resta evidentemente fortuito, frutto di un rimpallo. E classificarlo come giocata sarebbe stato forse troppo severo.