Perché il capannello di calciatori intorno a Bove è la cosa sbagliata da fare in un momento così
Le ultime notizie sulle condizioni di Edoardo Bove sono rassicuranti. Il peggio sembra essere passato per il calciatore della Fiorentina che dopo essere stato estubato, si è svegliato e risponde con lucidità. Si può guardare dunque con occhio diverso dunque a quanto accaduto nel match del Franchi e anche riflettere su cosa possa essere migliorato per facilitare ulteriormente soccorsi e cure. Una cosa da evitare per esempio, è il capannello intorno al giocatore steso a terra. Un gesto contrario ad ogni protocollo di soccorso, come sottolineato da Maurizio Casasco, presidente della federazione medico sportiva italiana ed europea.
Perché i giocatori di Fiorentina e Inter hanno creato un capannello intorno a Bove
Dopo che Edoardo Bove si è accasciato al suolo da solo per un arresto cardiaco, prima Dumfries e Calhanoglu, poi Cataldi e in pochi secondi tutti i giocatori, compresi quelli della panchina si sono avvicinati. Tempestivo l'intervento anche degli staff medici che hanno subito provveduto ad allargare il cerchio che già si stava formando intorno al centrocampista. Una scena che abbiamo già visto in occasione della sfida europea tra Danimarca e Finlandia, quando Eriksen accusò un malore e i giocatori biancorossi fecero da scudo. Quello è stato il primo capannello che si è visto in un campo di calcio. Il motivo? Il tentativo di "proteggere" il giocatore a terra, per garantirgli la privacy ed impedire dunque alle telecamere di registrare quanto stava accadendo.
Il capannello è da evitare in casi come quello di Bove, il consiglio del medico
Un bel gesto in apparenza, con la rivalità tra le due squadre annullata e con i calciatori di Fiorentina e Inter uniti e vicini per cercare in qualche modo di rendersi utili per lo sfortunato Bove. In realtà però il capannello è qualcosa da evitare in queste situazioni e può rivelarsi d'intralcio per i medici che in quei concitati secondi devono agire in molti casi per salvare la vita ai giocatori colpiti da malore. Maurizio Casasco, presidente della federazione medico sportiva italiana ed europea è stato perentorio, come riportato da Repubblica: "Il capannello è contrario a ogni protocollo di soccorso, perché rischia di intralciare l’intervento dei professionisti".
Proprio per questo i medici intervenuti hanno cercato ad ampi gesti di fare allargare il cerchio di giocatori che si era formato intorno a Bove. Comprensibile la voglia di proteggere la privacy di Bove, ma in questi casi la priorità è evitare di complicare i piani dei soccorritori. Un messaggio da tenere a mente in vista del futuro, con la speranza che non ce ne sia mai bisogno.
D'altronde alcuni dei calciatori di Fiorentina e Inter hanno cercato anche di accelerare l'intervento dell'ambulanza. A gran voce Mandragora e Dimarco hanno chiesto agli operatori sanitari di avvicinarsi col mezzo alla zona di campo dove c'era Bove. Tutto senza sapere però che la procedura era assolutamente corretta: i medici intervenuti sul giocatore della Fiorentina avevano tutti i mezzi per operare, defibrillatore compreso. Giusto dunque non spostare ulteriormente il mezzo che deve poi velocizzare il trasporto in ospedale. Un'altra cosa da tenere a mente.