Perché i social del Napoli sono invasi da foto di pizza con l’ananas: è una protesta di massa
La pizza condita con l'ananas postata a mo' di sfregio culinario. L'anatema della pastasciutta con la pummarola ‘ngoppa trasformata in un piatto di fusilli con nutella e scaglie di formaggio. Due mani che impugnano e un fascio di spaghetti spezzandoli in due, metafora che tanto piace ai tedeschi di Germania. E ancora una sequenza di immagini e riferimenti al Vesuvio affinché erutti e travolga ogni cosa. Fa tutto parte dello shitstorm scatenato dai tifosi dell'Eintracht ai quali mercoledì prossimo è stata vietata la vendita dei biglietti per la trasferta a Napoli così da seguire la squadra nel ritorno degli ottavi di Champions.
Hanno sfogato così la rabbia e la frustrazione per il divieto loro imposto di recarsi al "Maradona". Basterà per fermare l'ondata di oltre duemila supporter che sono pronti a valicare il confine per arrivare in Campania? Il provvedimento adottato dal ministero degli Interni traccia una linea spartiacque, non ha precedenti e fa riferimento a questioni preminenti di sicurezza e ordine pubblico: la società di De Laurentiis non potrà cedere ingressi a coloro che sono residenti a Francoforte.
Una decisione arrivata anche alla luce di quanto accaduto all'andata, per gli agguati tesi ai sostenitori partenopei e al clima di odio che aveva preceduto l'incontro con l'accoglienza in città scandita da adesivi, manifesti, striscioni discriminatori e aggressivi. Il resto lo raccontarono le notizie di cronaca con la caccia al napoletano che provocò scontri e arresti (36 persone) nell'immediata vigilia della sfida di Coppa. C'è ancora un precedente che non depone a favore: i disordini avvenuti a Marsiglia durante la fase a gironi.
La protesta della società tedesca tira in ballo anche la Uefa e fa riferimento al contingente di tagliandi ufficiali riservati agli ospiti (2700 ticket, di cui 2400 per un settore riservato dell'impianto campano) e a cui l'Eintracht ha diritto secondo i regolamenti federali. "È un intervento grave e inaccettabile delle autorità di sicurezza italiane nell'organizzazione e nella cultura delle competizioni europee per club", ha ammesso Axel Hellmann, portavoce del consiglio di amministrazione della società e amministratore delegato della German Football League.
La riflessione del dirigente tedesco punta l'attenzione anche su un altro aspetto per attaccare l'ingerenza della politica e del governo italiano nelle cose di campo, sollevando perfino il sospetto che dietro la decisione di Matteo Piantedosi – numero uno del Viminale – ci siano altri interessi in ballo con velato riferimento alle origini partenopee del ministro degli Interni. "La Uefa è chiamata a garantire che questo approccio non costituisca un precedente – ha aggiunto Hellmann – e metta in pericolo l'integrità delle competizioni".