Perché Guardiola vuole Lukaku al Manchester City
Erling Haaland del Borussia Dortmund. Danny Ings del Southampton. E soprattutto Romelu Lukaku dell'Inter. Sono i tre nomi che Pep Guardiola ha appuntato sul proprio taccuino per dare al Manchester City quell'attaccante di peso che sia in grado anche di finalizzare la gran mole di gioco prodotta. Il calciatore che, per fisicità e caratteristiche, dà profondità e può essere risolutivo in area di rigore. In buona sostanza, cerca un 9 vero per avere una delle alternative tattiche più comuni: essere devastanti in contropiede. Ne è convinto The Athletic che ha rilanciato la notizia dell'interesse per la punta belga, ex Manchester United.
La partita contro il Manchester United, persa in casa per 2-0, ha mostrato tutte le pecche dei Citizens sotto questo profilo. Gli Sky Blues – come si evince anche dalla mappa di calore – hanno sviluppato il gioco in ampiezza, fatto molto possesso palla nella metà campo avversaria favorendo il fraseggio corto, effettuato un numero superiore di tiri (23/8) ma con un'efficacia realizzativa inferiore rispetto allo United (che ha vinto). Ecco perché calciatori come lo stesso Lukaku oppure Haaland, micidiali quando in velocità e per il modo in cui capitalizzano gli spazi, sono ambiti. Il motivo? Quando il City ha la possibilità di sfondare non sa come farlo.
Eppure la squadra di Guardiola sta dominando in Premier League e i numeri ne scandiscono una stagione pazzesca. Rasenta la perfezione, per raggiungerla manca un goleador. E Lukaku (53 gol in 77 presenze con la maglia dell'Inter) è il profilo che stuzzica maggiormente il tecnico catalano. Potrebbe essere lui a prendere il posto di Aguero all'Etihad Stadium.
È l'ultimo tassello che manca a una squadra che Guardiola ha corretto con alcune mosse: 1) ha cucito addosso a Cancelo il ruolo di terzino a tutto campo che agevola circolazione della palla e al tempo stesso permette il recupero della palla; 2) la posizione di falso 9 nella quale hanno agito De Bruyne, Mahrez e Bernardo Silva è sicuramente micidiale per la capacità di agire tra le linee e allargare le maglie per gli inserimenti dei centrocampisti (Gundogan è giunto a quota 13 gol, ed è il cannoniere assieme a Sterling); 3) Sterling e Foden (sugli esterni) portano a spasso i laterali avversari e hanno licenza di affondare i colpi, garantire cambi di gioco e aggredire i lati corti dell'area. Tutto molto bello, per diventare meraviglioso serve un bomber vero.