Perché Gasperini ha zittito Xabi Alonso in finale di Europa League: la scena fa il giro del mondo
"Zitto! Stai zitto!". Il gesto che Gasperini fa verso Xabi Alonso è la fotografia della finale di Europa League. Il tecnico dell'Atalanta se ne frega del protocollo e della diretta internazionale, fa spallucce dinanzi al quarto uomo che lo redarguisce, vive la partita contro il Leverkusen con la passione di sempre, la stessa che qualche volta lo ha messo nei guai per qualche parola di troppo.
Ha gli occhi della tigre, gli puoi leggere nelle pupille la brama di sbranare la preda che è lì, davanti agli occhi. La sua Atalanta dà una lezione di calcio al Bayer che tremare il mondo faceva perché per tutto il primo tempo (ma sarà così anche nella ripresa) non capisce nemmeno cosa sta accadendo. E l'allenatore spagnolo è incapace di trovare le adeguate contromisure.
Perché Gasperini ha intimato a Xabi Alonso di zittire: non ha gradito le proteste
L'ira funesta della Dea si abbatte sui tedeschi inesorabile. E quando provano ad alzare la testa e la voce, a protestare per un cartellino giallo (tardivo) oppure per un presunto calcio di rigore (smentito dal check del Var in occasione dell'intervento, ruvido ma corretto, di Kolasinac in recupero) c'è Gasp che si alza dalla panchina e ringhia forte in quella bolgia di emozioni. E si fa sentire. Senza timore, in preda a quel furore agonistico che è lo stesso dei suoi calciatori.
"Zitto! Sta zitto! Che caz*o parli! Zitto". Cosa lo ha fatto infuriare? La spiegazione conduce al 22°: Djimsiti ha commesso fallo su Palacios ed è stato ammonito. Il risultato era ancora di 1-0 per i bergamaschi e l'allenatore dei tedeschi dopo l'episodio se l'è presa, per rabbia e frustrazione, contro la panchina avversaria. E Gasp se l'è mangiato (letteralmente).
È così la squadra bergamasca: un monolite che ha un'identità tattica alla quale non rinuncia e dà tutta se stessa a viso aperto, giocando alla sua maniera; un'anima e un cuore soli, nel bene e nel male. E lì, a bordo campo, c'è l'uomo che ha creato quello che non è più una sorpresa o un miracolo, ma una solida realtà del calcio italiano e continentale.
In quella scena, in quel linguaggio del corpo (ma ci saranno anche altri frangenti del match scanditi da questa differenza di reazioni) c'è la descrizione di un attimo che per Xabi Alonso si trasforma nell'incubo peggiore, a occhi aperti. Non ci può credere. Da un lato c'è Gasperini che urla, si dimena, dà indicazioni, fa della sua area tecnica la trincea dalla quale ordina assalti e impartisce segnali da colonne unite e ranghi serrati. Dall'altro un avversario che resta annichilito, ammutolito, sorpreso e schiantato. È l'ira finesta della Dea e può farci nulla.
Il fair-play di Gasperini, consola Xabi Alonso a fine match
Sbollita l'adrenalina, sfumata la trance agonistica, Gasperini si renderà autore di un gesto di grande fair-play nei confronti dell'avversario sconfitto. Avrà parole sincere e non di circostanza per Xabi Alonso che si avvicina a lui per salutarlo e rendergli merito per la bella vittoria conquistata. "Non toglie niente, hai fatto qualcosa di straordinario", dirà (come raccolto dalle immagini di Dazn) al tecnico spagnolo rendendogli il giusto onore delle armi