Perché dopo l’addio di Zidane il Real Madrid preferisce Allegri a Conte
Zinedine Zidane e il Real Madrid sono pronti al secondo divorzio, quello definitivo. L'allenatore francese ha comunicato a spogliatoio e dirigenza la volontà di andar via, e ora si attende solo il comunicato ufficiale. In realtà i margini per una permanenza di Zizou alle merengues erano minimi, e la decisione di separarsi era stata presa già da tempo, almeno da fine gennaio. I motivi? Uno stato d'animo non sereno e la sensazione che il ciclo fosse arrivato al capolinea.
La decisone di prendere strade diverse non è stata presa ieri. Già da tempo Zinedine Zidane aveva aperto all'addio, dando segni di stanchezza e logoramento. Tutti i segnali sembravano portare a questa scelta, con le parti consapevoli che fosse necessario un cambiamento, senza rotture ma quasi fisiologico. Come evidenziato dalla stampa spagnola, la situazione è peggiorata soprattutto a gennaio quando è arrivata la clamorosa eliminazione in Copa del Rey contro l'Alcoyano. Il tecnico provato e stanco, ha dovuto fare i conti con il Coronavirus che non ha contribuito a migliorare il suo stato d'animo.
Capace di stabilire un feeling unico con uno spogliatoio che conosce molto bene, e a cui è molto legato, il mister francese in quel momento ha chiesto rispetto per il lavoro dei suoi giocatori e il suo. Il Real dal canto suo pur essendo riconoscente al tecnico e ai senatori, capaci di vincere in passato 3 Champions League, ha capito che qualcosa si era rotto, e che ci fosse la necessità di un cambiamento. Come riportato da Marca infatti, Florentino che ha sempre mantenuto e mantiene rapporti ottimi con Zidane, ha sottolineato il bisogno di lasciare maggiore spazio ai giovani, senza "spremere" ulteriormente giocatori protagonisti in passato ma alle prese inevitabilmente con il dato anagrafico, vedi Sergio Ramos.
Ecco allora che tutto ha portato ad una separazione quasi fisiologica, con la dirigenza che ha comunque lasciato al mister la scelta anche in segno di rispetto per quanto fatto. Quello che è certo è che ora la società spagnola vuole affidare la squadra a qualcuno che possa imprimere un cambiamento, anche con scelte drastiche, senza guardare al passato, puntando sui giovani. Ecco perché Allegri (o Raul che conosce bene l'ambiente) è considerato l'uomo giusto, in quanto il suo piglio e le sue capacità gestionali potrebbe essere meno duro, ma comunque incisivo, di quello di Antonio Conte. Quest'ultimo infatti già in passato era stato accostato alle merengues prima di essere "bocciato" da alcuni senatori che non avevano visto di buon occhio il suo arrivo. Tra il dire e il fare però bisognerà fare i conti con le scelte di Max, vicino alla Juventus, in un vero e proprio effetto domino della panchina