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Perché Donnarumma fa sempre gli stessi errori in uscita, a Parigi hanno trovato una motivazione disarmante

L’ultimo turno di Champions ha lasciato scorie e polemiche: Donnarumma è finito ancora un volta al centro delle critiche e del paragone-ombra con Navas. “È spesso sospeso tra il vado e non vado”.
A cura di Maurizio De Santis
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Donnarumma valuta male il tempo d'uscita e sbaglia l'intervento su Havertz, che porta l'Arsenal in vantaggio
Donnarumma valuta male il tempo d'uscita e sbaglia l'intervento su Havertz, che porta l'Arsenal in vantaggio

Gianluigi Donnarumma è di nuovo un caso a Parigi. La sconfitta contro l'Arsenal in Champions League ha lasciato addosso al portiere le stesse critiche scomode da cui non s'è mai riuscito a liberare da quando è arrivato al Paris Saint-Germain. Le obiezioni si possono sintetizzare nel dilemma: qual è il vero Gigio? Quello che prende due reti da incubo contro i Gunners, perché sbaglia completamente valutazione sui tempi e sull'opportunità dell'uscita, oppure quello che, con riflessi da felino tra i pali, ha evitato ai francesi l'imbarcata contro gli inglesi? Il risultato lo ha salvato oppure lo ha pesantemente condizionato?

Nella capitale hanno provato a dare una risposta e spiegazione alle sbavature che l'estremo difensore della Nazionale mostra nel gioco aereo nonostante la sua stazza (è alto 196 cm) oppure quando deve abbandonare la comfort zone dell'area piccola (ricordate il pasticcio coi piedi e la beffa subita da Benzema?). Nell'uno e nell'altro caso la sensazione che dà è restare inchiodato sulla linea di porta. "È spesso sospeso tra il vado e non vado", l'ex portiere transalpino, Jérôme Alonzo, ha riassunto così l'impressione che suscita il numero uno azzurro dall'esterno per i suoi (non) interventi.

L'estremo difensore del Psg e della Nazionale sorpreso anche in occasione del raddoppio.
L'estremo difensore del Psg e della Nazionale sorpreso anche in occasione del raddoppio.

Martedì sera, pochi minuti dopo aver incassato il raddoppio, le telecamere hanno raccolto tutto il biasimo del calciatore che bofonchiava, gesticolava e un po' imprecava. Ce l'aveva forse con se stesso? Basta dare un'occhiata alla ricostruzione dell'uno-due preso sul muso per comprendere perplessità e quel paragone-ombra con Keylor Navas (presenza più "certa" in area di rigore) che spesso ritorna dal passato.

L'Arsenal deve aver studiato a fondo le pecche di Donnarumma, a cominciare dai tempi di reazione e dalla lettura di determinate situazioni di gioco: i cross dalla destra gli provocano qualche impaccio, è impreciso nelle uscite. Si spiegano anche così le due reti subite: traversone di Trossard per la testa di Kaï Havertz che, indisturbato, anticipa Gigio immobile e la mette dentro; sulla punizione di Saka vede sfilare la palla dinanzi a sé, restando a metà strada tra la porta e i difensori. Aveva la visuale coperta? Può essere un'attenuante, ma il suo modo d'interpretare quel frangente è sembrata la fotocopia di altri episodi del genere.

Sconsolato, Gigio vede sfilare la palla dietro di sé, in fondo alla rete.
Sconsolato, Gigio vede sfilare la palla dietro di sé, in fondo alla rete.

Cosa gli succede? "Ci mette troppo tempo per decidere – ha aggiunto Alonzo a Le Parisien -. E quindi, spesso, è nel mezzo e appare in ritardo nei soi interventi. Questo vuol dire che è mal piazzato in partenza e ha un problema tecnico nelle decisioni". Non mancano esempi e nemmeno serve andare troppo indietro nel tempo per reperirne: nella scorsa edizione della Champions, nei quarti contro il Barcellona, è sembrato imballato sul calcio d'angolo che portò Andreas Christensen a segnare di testa il gol della vittoria. Identico anche lo svarione sul cross di Lamine Yamal che aveva innescato Raphinha. E che dire dell'esitazione nella semifinale di ritorno contro il Borussia Dortmund? Hummels non ha trovato opposizione quando ha staccato e colpito di testa su calcio d'angolo battuto dalla sinistra da Julian Brandt.

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