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Perché De Laurentiis e il Napoli sono finiti sotto accusa per l’operazione Manolas-Diawara

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente, De Laurentiis, e del club per falso in bilancio. L’avvocato: “Siamo sereni e fiduciosi perché riteniamo non siano stati commessi illeciti o irregolarità. Abbiamo a nostro supporto pareri di consulenti ed enti terzi di rilievo”.
A cura di Maurizio De Santis
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La richiesta di rinvio a giudizio del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, fa molto rumore sia per il momento particolare della squadra (è prima in classifica, impegnata nel duello scudetto con l'Inter) sia perché rispolvera vecchie questioni (il caso delle plusvalenze sospette) che sembravano superate dopo l'assoluzione da parte della giustizia sportiva. L'ipotesi di reato prefigurata dai pm della Procura capitolina che hanno redatto l'atto è falso in bilancio legato alle operazioni di mercato relative alle transazioni concluse con Roma e Lille per gli acquisti di Manolas (ingaggiato versando i 36 milioni della clausola rescissoria ai giallorossi, che successivamente prelevarono Diawara dagli azzurri per 21 milioni) e Osimhen (finito ai partenopei per oltre 70 milioni, di cui 50 versati nelle casse del Lille e altri 20 circa inserendo nella transazione i cartellini di Karnezis e 3 ragazzi del settore giovanile).

Nel giro di due, massimo tre mesi è attesa la risposta da parte del Gup: il Giudice per l'udienza preliminare deciderà se emettere una sentenza di non luogo a procedere oppure un decreto che dispone il giudizio e apre la strada al processo. "Con pareri autorevoli abbiamo documentato nel recente passato, nel corso delle indagini, la corretta metodologia usata dal Napoli per compiere le operazioni contabili – ha ammesso Fabio Fulgeri, uno degli avvocati che si occupa del caso -. Ci tengo a precisare che non siamo di fronte a un rinvio a giudizio ma solo a una richiesta della Procura. Per quanto ci riguarda, siamo sereni e fiduciosi perché riteniamo non siano stati commessi illeciti o irregolarità".

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Qual è la tesi dei pm? In buona sostanza gli inquirenti ritengono di trovarsi di fronte a una sorta di permuta che lascerebbe pensare (ma non è così, secondo la tesi difensiva) alle cosiddette operazioni a specchio che fecero parte del sistema delle plusvalenze per il quale la Juve venne condannata. "Una situazione alla quale il Napoli è totalmente estraneo. Si tratta di due operazioni separate (l'acquisto di Manolas e la cessione alla Roma di Diawara, ndr) e diverse perché diversi anche i valori dei calciatori. La questione, però, è molto tecnica e anche difficile da spiegare – ha aggiunto il legale – perché verte sull'applicabilità o meno di alcuni criteri contabili". 

Il Napoli rischia qualcosa a livello sportivo? La Procura federale ha già acquisito gli atti? "È presto per dirlo – ha concluso l'avvocato -. Per adesso siamo dinanzi solo a una mera richiesta di rinvio a giudizio. Mi sento di escludere ci possa essere qualcosa di penalmente rilevante e credo non ci saranno nemmeno conseguenze di tipo sportivo. Posso ribadire che abbiamo a nostro supporto pareri di consulenti ed enti terzi di rilievo che dimostrano come la società abbia agito rispettando i principi contabili italiani. E per questo siamo certi che il procedimento si concluderà positivamente".

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