Perché c’è un minuto di silenzio prima delle partite di stasera in Champions League
Un minuto di silenzio su tutti in campi che questa settimana ospitano le partite che rientrano nelle competizioni Uefa per club e nazionali. Sessanta secondi per rivolgere un pensiero e una preghiera per le vittime della carneficina che ha scosso il mondo dello sport e del calcio internazionale. Una tragedia avvenuta nello stadio Kanjuruhan, in Indonesia.
Ecco perché prima del fischio d'inizio nelle sfide di Champions, Europa League, Europa Conference League e gli spareggi della Coppa del Mondo femminile tutte le squadre si schiereranno in fila, le une dinanzi alle altre, per partecipare a quel momento di cordoglio. Succederà anche in occasione degli incontri delle italiane: Ajax-Napoli e Inter-Barcellona di oggi, così come Juventus-Maccabi Haifa e Chelsea-Milan di mercoledì.
Heysel di Bruxelles. Hillsborough di Sheffield. E adesso nel corredo accessorio di follia, dolore e morte entra anche l'impianto della città di Malang (sull'isola di Giava). Una sciagura spaventosa. Uno scenario infernale nel quale hanno perso la vita 131 persone (di cui 32 sono bambini), ma il numero dei morti è destinato a salire. Il rettangolo verde s'è trasformato in una fosse comune.
Terribili le immagini dei cadaveri trasportati via. Drammatiche le foto dei corpi calpestati, soffocati, risucchiati nella ressa, scomparsi nel buco nero di panico che hanno caratterizzato il sabba di quei momenti. Una commissione d'inchiesta annunciata dal governo indonesiano servirà a chiarire eventuali responsabilità per quella che verrà ricordata come la più grande delle disgrazie nella storia del calcio.
Procedure di sicurezza, azione e metodi delle forze dell'ordine, condizioni dello stadio, numero dei biglietti venduti rispetto alla capienza effettiva sono le voci che figurano accanto al numero delle vittime e dei feriti nel fascicolo dell'indagine.
Ad appiccare l'incendio è la sconfitta in casa (2-3) dell'Arema contro il Persebaya Surabaya. Il resto è racconto da cronaca nera di una serata di violenza cieca. L'invasione di campo dà il "la" agli incidenti: la rabbia dei tifosi tracima e travolge ogni cosa. Scatta la caccia all'uomo, giocatori e dirigenti sono presi di mira. Su di loro viene lanciato di tutto: bottiglie, monete, pietre… nulla viene risparmiato.
In campo si riversano migliaia di persone e la polizia – nel timore di non riuscire ad arginare la folla – spara lacrimogeni. In pochi minuti il panico è divenuto dirompente, la reazione incontrollata degli spettatori in fuga è fatale. Cercano i cancelli, via d'uscita, un varco per mettersi in salvo. Brulicano come formiche, si perdono nella pancia dell'impianto. La maggior parte di loro troverà solo la morte.