Perché Allegri ha sostituito Milik con Locatelli nel finale di PSG-Juve: era una strategia
Un'occasione persa. Per Massimiliano Allegri il mancato pareggio (perché lui vede il bicchiere mezzo pieno e non la chiama sconfitta) è un'opportunità che la Juventus ha sprecato nella ripresa, quando il Paris Sanit-Germain le ha lasciato metri, iniziativa e quel pizzico di speranza che forse avrebbe potuto raddrizzare la partita per il rotto della cuffia. "Dovevamo sfruttare meglio Mckennie (sua la rete del 2-1, ndr) che è un incursore con qualche cross in più – le parole del tecnico a Mediaset -. I ragazzi stasera hanno avuto un ottimo spirito, pur rischiando qualcosa, ma i giocatori del Psg hanno una velocità di esecuzione e una tecnica pazzesca".
Fiuuu… puoi leggerglielo negli occhi. Allegri avrebbe messo la firma se gli avessero detto che sarebbe tornato da Parigi con il rimpianto per aver sfiorato l'impresa. Messi-Neymar-Mbappé.,. quei tre farebbero tremare i polsi a chiunque. Eppure un po' era riuscito a disinnescarli, un po' si erano spenti alla distanza convinti che non serviva darsi troppa pena perché il match era in pugno.
"Quando giochi contro queste squadre, la difficoltà maggiore è quando non hai la palla. Nel primo tempo eravamo troppo timidi, meglio nel secondo tempo. Contro la Salernitana sarà più difficile giocare ad esempio perché ci saranno meno spazi".
Assenze pesanti, tocca arrangiarsi nel migliore dei modi. Il tecnico bianconero cita gli assenti (Pogba, Di Maria, lo stesso Chiesa) per chiarire ancora una volta che senza questi calibri in squadra tutto è più difficile. Lo sarebbe anche per il Psg se perdesse le sue stelle. Però non cerca alibi e va a fondo nella riflessione: "I due gol presi nonostante siano frutto di giocate di una classe immensa di Neymar e Messi si potevano evitare con più attenzione".
Perché ha tolto Milik e inserito Locatelli al suo posto? Non c'è pentimento nelle parole di Allegri, dietro la sostituzione del polacco (che aveva sfiorato nel primo tempo il gol) c'era una ragione precisa: "Era stanco e in quel momento non riuscivamo a uscire. Loro avevano ripreso il pallino del gioco in mano e ho preferito metterne uno a centrocampo per avere qualità, geometrie, più palleggio. Tanto il gol si poteva fare da cross, su imbucata, in contropiede".
Paredes e Vlahovic, il giudizio che dà l'allenatore mostra i due lati della medaglia. Quello più luccicante, dove c'è il volto dell'argentino: "I giocatori di un certo livello si vedono subito, da come stoppano la palla, da come pensano la giocata". Quello un po' opaco, col serbo rimasto nel cono d'ombra. "Ha fatto una buona partita, poi non possiamo cambiare giudizi dopo ogni partita".
La chiosa è dedicata al campionato, non al Benfica. Allegri lancia il sassolino nello stagno e, a costo di sembrare esagerato, rilancia: "Adesso dobbiamo pensare a battere la Salernitana, perché non possiamo perdere altri punti pesanti".