Percassi racconta l’imbarazzo accanto a Ceferin in finale: “Ogni tanto mi giravo e chiedevo scusa”
L'Atalanta sul tetto d'Europa, per la prima volta nella sua storia, grazie alla vittoria nella finale di Dublino contro gli imbattibili del Bayer Leverkusen. Un sogno che si è trasformato in una splendida realtà anche grazie al lavoro societario che ha permesso negli anni di costruire un progetto a lungo termine e fondato su basi economiche solide. Un successo targato Antonio Percassi, proprietario e presidente nerazzurro.
La conquista del primo trofeo continentale, l'accesso alla Champions League, una dimostrazione al mondo di un calcio perfetto e di una società solida e sana. Tutto in una notte irlandese ma che parte da radici profonde dettate dalla ferrea volontà di presentare un progetto costruito a 360 gradi, forte tecnicamente e finanziariamente per "la più emozionante delle mie aziende" come ha rivelato alla fine patron Percassi.
L'aneddoto in tribuna, di fianco a Ceferin
Lo stesso patron ha rivelato un aneddoto durante quella straordinaria folle notte di Dublino, quando in tribuna d'onore, insieme a tante autorità del calcio internazionale, ha seguito secondo dopo secondo la finale. Parlando letteralmente con ognuno dei giocatori in campo: "Come sempre facevo la mia telecronaca della partita, perché parlo con i miei giocatori dalla tribuna". Un vezzo che non ha tradito nemmeno di fianco a Ceferin, il presidente Uefa. "Ceferin era vicino a me" ricorda Percassi alla Gazzetta, "Ogni tanto mi giravo e gli chiedevo scusa: “Devo farlo, anche se non mi sentono”… Mi vergognavo anche un po’: “Penserà che io non sia normale”. Invece era molto divertito".
Il progetto Atalanta, conti a posto e scelte coerenti
La tripletta di Lookman ha riscritto la storia ma ridurre l'Atalanta di oggi a semplici tre gol, seppur straordinariamente importanti, è a dir poco riduttivo. Dietro alla lezione di gioco e tattica di Gasperini, alla prestazione psicofisica dei giocatori in campo, alla vittoria di Dublino c'è di più, molto di più e si può riassumere in una sola parola: coerenza. A ribadirla è lo stesso patron quando gli si chiede del futuro mercato, da De Ketelaere a Koopmainers a Lookman: "Non siamo degli sprovveduti a vendere senza paracadute giocatori fondamentali per l’Atalanta, solo scelte coerenti con una strategia necessaria ad un club di provincia che deve avere sempre i conti a posto".