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Per Sarri è già il momento dei sospetti: la domanda che gela lo spogliatoio della Lazio

Per Maurizio Sarri è il momento dei dubbi, dopo la seconda trasferta di fila conclusa in una umiliante disfatta per la sua Lazio, travolta al Bentegodi dal Verona dopo essere stata spazzata via dal Bologna. Ma al tecnico biancoceleste è venuto anche un terribile sospetto: allora prende di petto la questione.
A cura di Paolo Fiorenza
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Troppo brutta per essere vera la Lazio annientata al Bentegodi dalla quaterna di un Simeone in versione Halloween, ovvero spirito che si è preso l'anima biancoceleste. La squadra capitolina non riesce davvero a trovare continuità e grandi vittorie come quelle contro Roma ed Inter si alternano a scoppole pesantissime come a Bologna e Verona. Due trasferte in cui Reina ha raccolto 7 palloni dal fondo della rete e che certificano l'attuale dimensione dell'Aquila: l'ottavo posto a 11 punti dalle due capoliste Napoli e Milan.

Legittimo farsi qualche domanda nei panni di Maurizio Sarri di fronte a prestazioni così deludenti, soprattutto riguardo l'atteggiamento di una squadra che in entrambe le disfatte non è sembrata avere un approccio degno di una big né applicare sul campo i dettami di un tecnico che fa dell'organizzazione maniacale il suo credo. La Lazio di Sarri si è vista a sprazzi in questo inizio di stagione e se è vero che anche a Napoli la partenza del tecnico era stata lenta ed un cambiamento come quello dal 3-5-2 scolpito di Inzaghi al 4-3-3 altrettanto granitico del toscano richiede tempo per essere assimilato, è altrettanto vero – e preoccupante – che siamo a fine ottobre e si è già giocato quasi un quarto del campionato.

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I cattivi pensieri nella testa di Sarri sono sfociati in una domanda posta ai giocatori nello spogliatoio del Dall'Ara, subito dopo il fischio finale della sconfitta col Bologna: il tecnico ha chiesto alla squadra se volesse la sua testa, è il retroscena svelato dal Messaggero. Il quotidiano romano racconta che lo scenario si è ripetuto in maniera simile anche a Verona e riporta le parole dette da Sarri ai giocatori dopo essere stati spazzati via dal terreno del Bentegodi: "Io mi vergogno. Così non si può andare avanti: non vincete perché vi chiamate Lazio, ma se vi impegnate. È una questione di mentalità, innanzitutto. Se giocate così, vuol dire che non vi sto entrando dentro. Guardiamoci in faccia e risolviamo ogni problema".

Ancora quel dubbio: la squadra gli gioca contro? Dallo spogliatoio giurano di no, ma così non si può andare avanti. "Chi vuole sposare il progetto resti o altrimenti fra due mesi può andare via", sono le ulteriori parole dell'allenatore biancoceleste. La resa dei conti è vicina o forse è già arrivata.

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