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Per Pirlo vincere non è l’unica cosa che conta: “Preferisco perdere che giocare in contropiede”

Andrea Pirlo torna a parlare e dimostra di aver metabolizzato il suo addio alla Juventus. Nonostante la sua esperienza tra alti e bassi in bianconero il giovane tecnico non è disposto a rinunciare alla sua filosofia calcistica, senza scendere a compromessi. Meglio perdere con le sue idee piuttosto che vincere, con difesa e contropiede.
A cura di Marco Beltrami
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Vincere è l'unica cosa che conta? Non per Andrea Pirlo. Il giovane allenatore reduce da un'esperienza altalenante alla Juventus, non ha cambiato il suo modo di pensare ed è intenzionato ad andare avanti con le sue idee, anche quando queste cozzano con il motto bianconero reso celebre dall'indimenticato Giampiero Boniperti. In un'intervista al The Athletic, l'ormai ex Juventus ha confermato di credere ancora ciecamente nella sua filosofia calcistica, anche se questa non ha prodotto i risultati sperati sotto la Mole.

Ha lasciato la panchina della Juventus dopo una sola stagione, sostituito dal pragmatico Massimiliano Allegri. Non sono bastati ad Andrea Pirlo due trofei (Supercoppa e Coppa Italia) e la qualificazione alla Champions per guadagnarsi la riconferma alla guida della Vecchia Signora. Nonostante tutto però l'ex centrocampista non ha intenzione di smettere di sperimentare, come fatto in bianconero, dove si è contraddistinto anche per le tantissime formazioni diverse e per il tentativo di inculcare i suoi principi di gioco, non sempre riuscito.

Principi che a giudicare dalle sue ultime dichiarazioni, continuerà a promuovere senza scendere a compromessi: "Certo, potrebbero esserci momenti in cui hai il 90 per cento del possesso palla e subisci gol sull'unico tiro in porta del tuo avversario, ma preferisco perdere in quel modo piuttosto che passare l'intera partita a difendere la mia area di rigore, cercando di segnare un gol in contropiede".

E a proposito della sua annata alla Juventus, Pirlo si è detto soddisfatto evidenziando però le difficoltà riscontrate: "Ho imparato molto. È stata la mia prima esperienza da allenatore ma è stata molto intensa perché abbiamo iniziato la stagione con una sola amichevole. È andato tutto molto velocemente. Giocavamo ogni tre giorni, senza tifosi, senza poter recuperare e senza poterci allenare e preparare per la prossima partita. Era difficile provare qualcosa di nuovo. Il recupero era più importante".

La separazione dalla Juventus non ha intaccato l'autostima di Pirlo, pronto per tornare in panchina per una nuova avventura professionale. Quale sarà il suo futuro? Il "maestro" sembra avere le idee chiare in attesa dell'offerta giusta: "Ho trascorso tre anni negli Stati Uniti, quindi non ho problemi con l'inglese e parlo anche il francese. Sento di poter andare ovunque".

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