Pep Guardiola svela il vero motivo dei graffi in testa e sul naso: “Non so se ce la faccio”
"La vita non va sempre come vorresti". Dopo aver vinto tutto da calciatore e da allenatore, Pep Guardiola torna sulla terra e si scopre normale, fragile, irresoluto come non gli era mai accaduto. Quasi sussurra la frase nell'intervista ad Amazon Prime con l'ex calciatore, Luca Toni. Il Manchester City è in crisi profonda, cola picco lentamente e – complice la sconfitta a Torino contro la Juventus in Champions – rischia perfino d'inabissarsi. "Giocando bene ne usciremo", ripete a se stesso. L'ex Barça dice che gli basta un punto per restare aggrappato almeno ai play off nel lotto che va dalla 9ª alla 24ª posizione e già sentirgli proferire parole del genere spiega bene qual è il livello di difficoltà in cui si dibatte assieme alla squadra.
Mercoledì il tecnico catalano ha incassato la 7ª sconfitta in 10 incontri, è già stato eliminato dalla Coppa di Lega, in Premier League è a -8 dalla vetta (un'infinità che depone ogni ambizione nella corsa al titolo) e adesso potrebbe perfino non bastargli fare risultato contro Paris Saint-Germain e Brugge per ascoltare ancora il rituale jingle della Coppa.
Il ko allo Stadium brucia e fa male, ha lasciato un'altra tacca addosso. Questa volta, però, i segni non sono visibili come i graffi in testa e la piccola escoriazione sul naso che mostrò in tv dopo il pareggio rocambolesco contro il Feyenoord. Da 3-0 a 3-3… che botta, con quei 2 punti in più oggi sarebbe praticamente al sicuro e non dovrebbe più fare calcoli cervellotici e incroci statistici per preconizzare la permanenza in Champions. Guardiola prova a ridimensionare quell'episodio e quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo.
"La verità è che ho un problema di pelle – ha spiegato il manager del City -. Devo assumere antistaminici per un po' di tempo. Poi sì, con le unghie mi sono leggermente ferito sul naso… Anche io sono umano e quando incappo in brutte giornate a volte mi capita di essere preda del nervosismo, non riesco a riposare bene e nemmeno digerisco. Nel bene e nel male, tutto passa. Cosa può accadere di peggio? Perdiamo ancora e mi mandano a casa? Allora torno a casa. Eppure sono sempre io, il Guardiola che pochi mesi fa festeggiava per la vittoria del campionato".
Il tonfo è stato (ed è) fragoroso. "Fa parte del gioco, è la vita che non sempre va come si vorrebbe". E Pep fa fatica a trovare il bandolo della matassa. Nemmeno lui che ha esperienza sulle spalle può dire come finirà, cosa succederà, cosa può fare per dare una sterzata alla stagione. "Giocando bene come a Torino", ripete ai media e poi si concede un pizzico d'orgoglio. "Non so se ce la faccio a risolvere questo periodo difficile, questo per noi è un anno complicato. Ma se andiamo avanti so per certo che non sarà facile per qualcuno affrontarci".