Processo plusvalenze alla Juventus: chiesti 9 punti di penalizzazione dal procuratore Chinè
È una giornata fondamentale per il destino della Juventus, con l'udienza davanti alla Corte d'Appello federale sul caso plusvalenze. La richiesta di Chinè per la procura della FIGC alla Corte d'appello federale nei confronti del club bianconero è pesantissima: una sanzione di 9 punti penalizzazione in classifica da scontare nel campionato in corso, che metterebbe a serio rischio la corsa Champions della squadra di Allegri. Solo ammenda per gli altri club coinvolti. La palla ora passerà alle difese, con la Corte che deciderà poi se ammettere la revocazione e dunque la riapertura del processo sportivo, o chiudere una volta per tutte questo capitolo.
Nel richiedere l'ammissibilità della sua istanza, il numero uno della Procura Figc ha chiesto 9 punti di penalizzazione per la Juventus, con 16 mesi di inibizione per Agnelli, 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini e 12 mesi per tutti altri consiglieri della Juventus (tutti collegati da remoto in udienza). In pratica una stangata per quasi tutto l'ormai ex Consiglio d'amministrazione della Vecchia Signora, dimessosi in blocco a fine novembre 2022.
Da una parte la procura federale guidata dal procuratore Chiné, dall'altra la Juve e le altre società coinvolte ovvero Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara. Questa la partita che si gioca davanti alla Corte federale. La richiesta della Procura Figc si basa sui nuovi elementi di imputazione che sono venuti fuori dalle carte della tanto chiacchierata inchiesta "Prisma".
Per quanto riguarda la società bianconera sotto la lente d'ingrandimento i bilanci con le plusvalenze, e in particolare le scritture private legate alla cosiddetta "manovra stipendi" con la famosa Carta Ronaldo. Ipotesi di reato sono quelle di "false comunicazioni societarie" ed "emissione di fatture per operazioni inesistenti".
Sulla base di tutto questo (intercettazioni, documenti, email, il "libro nero di Paratici" e altro) la procura FIGC si è mossa per una riapertura del processo, dopo che quello della scorsa primavera si era chiuso solo con proscioglimenti per tutti i club coinvolti. Il procuratore Giuseppe Chiné nella sua requisitoria ha chiesto sanzioni più pesanti rispetto a quelle dello scorso processo che prevedevano "solo" ammende e inibizioni.
E nelle motivazioni Chiné ha fatto riferimento proprio a gli elementi "nuovi" che a suo dire "dimostrano la sussistenza degli illeciti", sulla base dell'articolo 63 del Codice di giustizia sportiva. Per quanto riguarda tutte le altre società e i dirigenti coinvolti, sono state mantenute immutate le richieste di sanzioni rispetto al primo processo sulle plusvalenze.
Cosa succede ora? In questa fase toccherà alle difese parlare, mettendo sul tavolo la risposta alle accuse. Dopo aver ascoltato le parti, la Corte federale si riunirà in camera di consiglio: il primo step sarà quello di esprimersi sull'ammissibilità del ricorso presentato dalla Procura FIGC. In caso di "bocciatura", il caso a livello sportivo sarà chiuso definitivamente altrimenti la Corte andrà a sentenza con la decisione sulle sanzioni richieste da Chiné. Il verdetto, a meno che i tempi non si allunghino, potrebbe arrivare già in serata.