Pellegrini manda un messaggio a qualche azzurro: “Prima dei giocatori servono gli uomini”
Sabato sera Lorenzo Pellegrini non era il capitano dell'Italia impegnata a Bologna nel match d'esordio di Nations League contro la Germania – la fascia era sul braccio di Florenzi – ma la prova del romanista è stata da leader, impreziosita anche dal gol che ha dato il momentaneo vantaggio agli azzurri, poi pareggiato dopo un paio di minuti da Kimmich per l'1-1 finale. Nel dibattito degli ultimi giorni su una disaffezione dei giocatori verso la maglia della Nazionale, su cui ha gettato benzina lo stesso presidente Gravina ("cominciamo a percepire una sorta di distacco, c’è qualcuno che preme per tutelare il proprio interesse ma questo è nel DNA delle società di calcio", ha detto il numero uno della Federcalcio, provocando la replica piccata della Lega di Serie A), Pellegrini ha scelto di far parlare i fatti.
Chiamato in causa da Mancini dopo non aver giocato neanche un minuto mercoledì nella Finalissima contro l'Argentina, il 25enne romano ha preso in mano la squadra e fatto capire a infortunati veri o presunti – è stato lo stesso Mancini a gettare ombre sulle reali condizioni di Lazzari e Zaccagni, costringendo la Lazio a una nota ufficiale, ma avevano destato perplessità anche le precedenti defezioni di Zaniolo e Kean – che vestire la maglia dell'Italia è un privilegio che va sempre onorato, anche quando tira aria di vacanza e magari si rischia di finire in tribuna, visto il numero elevato dei convocati a questo giro.
Se Willy Gnonto è l'entusiasmo della nuova linfa che tocca il cielo con un dito e mangia l'erba del Dall'Ara, Pellegrini – pur ancora giovane – si candida a rivestire un ruolo importante anche in spogliatoio per questa Italia chiamata a rinascere dopo la mazzata della mancata qualificazione ai Mondiali. L'addio di Chiellini lascia un grande vuoto in tal senso, senatori come Bonucci sono ancora presenti, ma più gente c'è in grado di indicare la giusta via agli altri, più Mancini sarà agevolato nel suo compito.
E le parole pronunciate da Pellegrini nel dopo partita assomigliano parecchio ad un messaggio rivolto a tutti gli azzurri presenti e futuri: saper toccare bene di tacco e di punta non basta, per fare parte della Nazionale italiana sono richiesti altri requisiti. "È andata bene – ha detto alla Rai – sapevamo che sarebbe stata difficile, non era facile dopo tutte le cose che si stanno dicendo in questi giorni. Prima dei giocatori bisogna ritrovare un gruppo di uomini e stiamo cercando di farlo. Ci sono un sacco di ragazzi che si sono messi a disposizione e danno il 100% e io non ho mai visto nessuno raggiungere risultati senza dare tutto. È la strada giusta".