Pellegrini ci mette la faccia, chiede scusa ai tifosi della Roma: la maglia non la vogliamo
La rabbia dei tifosi della Roma è tale che quando Pellegrini di avvicina al loro settore viene accolto male. La delusione per una sconfitta umiliante (6-1) contro il Bodo/Glimt è risultato difficile da mandare giù. Giallorossi mai in partita. Distratti e con la testa al campionato. Il turnover in vista del Napoli ha fatto il resto ed è stato come rigirare il coltello nella piaga quando la squadra è finita in balia dei padroni di casa. Non bastano le scuse dei giocatori, non basta promettere immediato riscatto. Non bastano le parole a lenire l'amarezza profonda per una batosta storica e incredibile.
Nemmeno il gesto fatto dal capitano giallorosso, rendere la maglia in segno di riconoscenza per essere arrivati in Norvegia sfidando il freddo e il lungo viaggio, è servito: quando ha provato a porgerla gli hanno detto di tenerla. Il calciatore l'ha rimessa addosso e s'è fermato a parlare ancora per qualche minuto con i sostenitori. Ci ha messo la faccia a nome della squadra, non poteva fare altro.
Durissime anche la reazione dei tifosi che hanno assistito da casa all'ennesima disfatta dei giallorossi, questa volta in Conference League. Senza andare troppo a ritroso con la memoria risalendo tempi della Champions League e del mortificante 7-1, nella scorsa edizione della Coppa ne prese altrettanti sempre dai Red Devils (7-2) e in panchina c'era Fonseca che fece da parafulmine a una situazione divenuta imbarazzante. "Era colpa sua lo scorso anno? Segno evidente che non era così – le parole di un tifoso che racchiudono il pensiero di molti altri -. I giocatori forti non sono stati presi e adesso becchi ceffoni da 4 scarponi".
Durissimo anche il commento di José Mourinho che s'è preso sì la responsabilità di un risultato del genere e, più ancora, della prestazione ma ha puntato l'indice contro la squadra e messo le mani avanti anche rispetto alle scelte di mercato della società. "Non è questo risultato che mi fa dire qualcosa che ho detto internamente – ha spiegato nelle interviste -, che non ho mai voluto dire pubblicamente, e che cercherò di continuare a dire il più privatamente possibile". Poi arriva la stoccata a quei giocatori che in Coppa hanno confermato tutti i loro limiti. "I primi 12-13 giocatori sono una cosa, gli altri sono un’altra". Che altro?