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Paulo Dybala festeggia: negativi i tamponi fatti alla sua famiglia in Argentina

A marzo i familiari della Joya erano stati in Italia e c’era il rischio di contagio dopo la positività del giocatore. Ma le autorità argentine hanno fatto sapere che tutti i tamponi sono risultati negativi al coronavirus. Anche per Dybala e per la compagna Oriana, il peggio sembra essere passato: fra 7 giorni nuovo test come da protocollo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Per Paulo Dybala sta tornando il sereno. Per lui, per la sua fidanzata e per i suoi cari. Infatti, dopo le settimane difficili dalla positività alla quarantena per debellare il coronavirus, oggi per l'argentino può essere considerato un giorno di festa. Sono infatti arrivate notizie rassicuranti da Oltreoceano, dove vivono i parenti della ‘Joya'. Dopo la visita dei suoi familiari agli inizi di marzo, le autorità argentine hanno confermato che non vi sono casi di positività al virus e così nessuno deve scontare un ulteriore periodo di quarantena oltre a quello previsto per prevenzione.

Per Paulo Dybala e la sua fidanzata Oriana, che hanno superato il contagio mostrando pochi sintomi e godendo sempre di ottime condizioni, dovranno sottoporsi ad un nuovo controllo fra sette giorni, come prevede la profilassi imposta dalle autorità sanitarie in questi casi. Se i tamponi risulteranno negativi si potrà dire con assoluta certezza che Paulo e Oriana si possono considerare fuori pericolo.

La quarantena di Dybala

Nei giorni scorsi, la Joya bianconera aveva anche raccontato i momenti difficili durante l'isolamento che da preventivo era diventato necessario per il tampone positivo: mancanza di forze e di fiato, una spossatezza generale che aveva investito lui e la sua attuale compagna. Nessun sintomo grave, ma comunque la sensazione precisa di una malattia davanti alla quale poco o nulla si poteva fare.

Dybala e gli altri giocatori contagiati dal virus

Paulo Dybala rientra nei casi di giocatori di Seria A che sono stati contagiati dal virus dall'inizio della pandemia ad oggi. Il primo caso assoluto nel calcio italiano era stato il compagno di club Daniele Rugani; poi via via sempre più numerose le positività anche in altri club in cui è stato reso necessario l'isolamento più totale di 14 giorni.

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