Paul Pogba: “A Manchester sono caduto in depressione. Avevo dei buchi nel cuoio capelluto”

Paul Pogba riprenderà in mano il filo della sua carriera dopo la squalifica: lo scorso marzo è ufficialmente terminata la sanzione inflitta per essere stato trovato positivo al Dhea in seguito ai controlli effettuati dopo la partita Udinese-Juventus del 20 agosto 2023. Inizialmente si sarebbe dovuto fermare per quatto anni, rientrando in campo a 35 anni, ma alla fine gli è stata ridotta a 18 mesi permettendogli di chiudere la sua avventura da giocatore senza dover pensare al ritiro forzato. Negli ultimi anni ha vissuto momenti turbolenti perché oltre al doping è stato vittima di un'estorsione da parte del fratello e di alcuni amici che sono stati dichiarati colpevoli dopo un lungo processo.
E a risentirne di tutto ciò è stata anche la sua parabola sportiva che lo ha sballottato fra Manchester e Torino per diversi anni. Il francese si è raccontato a GQ France, mostrando tutte le sue fragilità: dietro alla maschera da animale da palcoscenico, sempre pronto a incantare con gesti tecnici, nuove esultanze e tagli di capelli stravaganti, c'è un uomo che ha sofferto e che per diverso tempo ha portato tutto dentro di sé.

Pogba: "Sono caduto in depressione senza nemmeno rendermene conto"
Il salto dal Manchester United alla Juve appena diciottenne non è stato facile. In bianconero ha vinto tanti trofei ed è diventato uno dei migliori centrocampisti al mondo, ma non è stato tutto oro: "Ero davvero triste quando ho lasciato Manchester a 19 anni. All'inizio, ho pianto. Tornare in questo club che mi stava così a cuore è sempre stato il mio obiettivo". Dopo gli anni in Serie A nell'agosto 2016 è tornato a Manchester con tanta voglia di rivalsa come il colpo più costoso della storia, ma lì ha trovato José Mourinho con il quale non è scattata la scintilla.
Pogba ha vissuto un periodo delicato, ha perso il posto da titolare ed è caduto in depressione, come racconta nell'intervista: "Non capivo. Ero un giocatore con un ruolo importante nella squadra e all'improvviso mi sono ritrovato in panchina. Non riuscivo a parlare, non c'era comunicazione. Non ero felice, e un giocatore di calcio che non è felice non può giocare bene. Sono caduto in depressione senza nemmeno rendermene conto. Perché nessuno ci insegna cosa sia la depressione. Finché non ho iniziato ad avere buchi nel cuoio capelluto. Non capivo cosa fosse. Mi hanno detto che era stress".

L'estorsione e la squalifica
Il francese ha deciso poi di tornare alla Juve, ma dopo un po' la sua carriera è stata interrotta dalla squalifica per doping. Nel mentre stava affrontando anche il processo per estorsione, dopo essere stato sequestrato e pedinato da una banda di vecchi amici della quale faceva parte anche suo fratello. Pogba non aveva raccontato nulla alla moglie che è stata tenuta all'oscuro per diverso tempo nel tentativo di proteggerla.
Il francese ha poi parlato delle sue giornate durante la sanzione e del dolore che provava nel restare a Torino senza giocare: "Prendevo la palla e giocavo da solo fuori. Mi arrangiavo con quello che avevo. Ma non volevo restare a Torino. La mattina portavo i miei figli a scuola, ed era proprio accanto al campo di allenamento, che sofferenza".