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Patrick Zaki insultato per un commento sulla Juve: “Mi ha colpito l’odio, sperano torni in prigione”

Lo studente egiziano Patrick Zaki tornato in Italia dopo un’ingiusta detenzione in Egitto si è detto preoccupato dall’odio ricevuto dopo il suo commento sugli arbitri e la Juventus dopo quanto avvenuto nel finale di match contro il Bologna, squadra di cui è grande tifoso.
A cura di Michele Mazzeo
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Proseguono le polemiche dopo l'incandescente finale del match di campionato tra Juventus e Bologna. Questa volta però a far discutere non è quello che è accaduto sul terreno di gioco dell'Allianz Stadium, ma le reazioni al post, da tifoso felsineo, di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna scarcerato lo scorso dicembre dopo aver trascorso 22 mesi in carcere nel suo Paese in attesa di processo per rispondere delle accuse di aver diffuso false informazioni attraverso tre articoli giornalistici (accuse che non sono cadute nonostante la scarcerazione dopo che il suo caso era diventato di interesse nazionale con l'intervento della diplomazia italiana).

Tutto nasce da un tweet fatto dal 30enne egiziano riguardo alle decisioni dell'arbitro Sacchi nel finale della gara della 33ª giornata di Serie A tra Juventus e Bologna con l'espulsione di Soumaoro dopo aver rivisto le immagini del fallo su Morata al limite dell'area di rigore rossoblu e il cartellino rosso estratto successivamente per reiterate proteste nei confronti di Gary Medel uscito dal campo rivolgendo pesanti accuse nei confronti della squadra arbitrale: "Due cartellini rossi, stanno ancora pagando. Forza Bologna" il commento sarcastico fatto da Patrick Zaki su quanto stava accadendo che accusava la squadra torinese di aver corrotto il direttore di gara.

Un commento da tifoso con evidentemente riferimento allo scandalo di Calciopoli del 2006 che ha scatenato l'ira di molti utenti che hanno sommerso Zaki di insulti che vanno al di là del calcio e che nulla hanno a che fare con quello che è accaduto sul terreno di gioco dell'Allianz Stadium: "Parassita tornatene in Egitto, vigliacco codardo", "Stai a vedere che forse forse i giudici egiziani hanno ragione a sto giro!!!", "Speriamo che al processo ti condannino" o "Io ti avrei lasciato dov'eri" sono solo alcune delle tantissime offese arrivate sotto il post del 30enne egiziano.

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Dopo questa tempesta di insulti ricevuti Patrick Zaki, sempre attraverso i social, ha voluto fare una riflessione su quanto avvenuto rivendicando il suo diritto di dire la propria opinione riguardo ad una partita di calcio (senza però chiedere scusa per le accuse infondate rivolte agli avversari) ma soprattutto evidenziando l'incredulità per come un semplice commento su Juventus-Bologna abbia scatenato un'escalation di odio nei suoi confronti:

"Ieri (sabato, ndr) ho deciso di commentare la partita tra Bologna e Juventus, dicendo qualcosa che credo sia molto normale tra i tifosi di calcio di tutto il mondo. Mi sono trovato di fronte a decine di insulti e aggressioni, fino all'odio. Non mi dispiace avere regolarmente discussioni accese con i tifosi di diverse squadre, amo il calcio e apprezzo questo tipo di divertimento. Tuttavia, quando ho scoperto che la gente sperava che io tornassi in prigione e fossi messo a tacere, mi ha davvero colpito come il discorso d'odio possa essere innescato così facilmente – si legge infatti nel lungo post pubblicato da Patrick Zaki sul proprio profilo Facebook –.

Sinceramente non capisco come questa escalation sia stata così rapida e perché dopo due anni di silenzio, vengo attaccato dalle stesse persone che una volta mi sostenevano, solo perché ho detto la mia opinione sulla partita. Non volevo offendere nessuno con le mie parole e accetto il diritto di ogni persona di esprimere la propria opinione, spero solo che le persone mi lascino esercitare il mio diritto fondamentale di dire la mia opinione su una partita. In un mondo pieno di ogni sorta di censura da parte di vari attori – ha quindi proseguito lo studente egiziano –, io scommetto sempre sulla gente per proteggere i diritti di libertà di parola degli altri anche se non sono d'accordo".

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La lunga analisi di Zaki però non si esaurisce qui. Dopo le reazioni scatenate dal suo post sulla partita tra Juventus e Bologna, il 30enne tifoso felsineo è apparso preoccupato di cosa si scatenerebbe qualora dovesse esprimere la sua opinione su questioni più importanti come per esempio sui diritti civili (anche alla luce del fatto che da poco è diventato un attivista dell'associazione per i diritti civili "Sentinelli di Milano"):

"Se non posso dire la mia opinione sul calcio senza essere attaccato, non sono sicuro di come dovrei recuperare la mia voce in questioni più importanti – si legge infatti nella parte conclusiva del suo lungo post –. Eppure, amo tutti i tifosi di calcio e capisco che a volte il nostro amore per la nostra squadra ci rende un po' sulla difensiva, ma io traccio la linea per attaccare la vita personale di qualcuno e augurare cose cattive su di loro. Alla fine – ha quindi chiosato Patrick Zaki –, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto in qualsiasi momento e quelli che ancora mi sostengono, voi riaccendete la mia fede nell'umanità. Forza Bologna".

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