Paredes e Sergio Ramos finiscono con le mani alla gola: conti in sospeso tra ex compagni
Amici, nemici. Una settimana fa mangiavano in mensa assieme, adesso si affrontano a muso duro. In guerra come in amore e nel calcio non ci sono regole. E contano sempre quelle del più forte. L'ex difensore del Real Madrid fa valere le proprie, mette subito le cose in chiaro, alza la voce e le mani, urla e gesticola, mulina le gambe, ha occhi di bragia come Caron dimonio. Li usa per incenerire gli avversari, incutere terrore, scompaginare i più riottosi.
Paredes, che con lui ha diviso lo spogliatoio del Paris Saint-Germain, ha cambiato casacca e adesso è l'avversario da cannibalizzare. I due si guardano in cagnesco, si lanciano sguardi tutt'altro che da ex compagni di squadra. Per la serie: ci eravamo tanto odiati. E tanto basta per alimentare il chiacchiericcio su quel che era (e forse è ancora) l'atmosfera che regna all'interno del gruppo di stelle milionarie che alligna sotto la Torre.
La partita di Champions fa da terreno di scontro. Ma sembra quasi non vi sia gusto per come Neymar si fa beffe della difesa avversaria inventando assist come alla PlayStation e Mbappé la indirizza dopo una ventina di minuti. Uno-due, da sinistra e poi da destra, un passaggio pallonetto e una triangolazione che fa venire le traveggole, due scudisciate sulla schiena della Juve inerme. Il resto è furore e adrenalina, rabbia che a un certo punto ti sale in testa perché capisci che se non esci dall'angolo vai fuori dal ring suonato e con la spugna a terra.
Sergio Ramos non attendeva altro. Certe cose le annusa nell'aria e non si tira indietro. Anzi, adesso che la sua personalità ha preso piede all'interno dello spogliatoio dopo un periodo difficile (a causa degli infortuni muscolari che lo hanno tormentato nella scorsa stagione) viene riconosciuto dai media francesi come il nuovo leader all'interno della rosa del Psg. Nella capitale è arrivato per infondere esperienza e ‘cattiveria' agonistica giuste per alzare quella Champions che lui ha sollevato a Madrid per quattro volte. E s'è guadagnato i gradi di ‘comandante' che in trincea va all'assalto assieme ai commilitoni.
Paredes entra duro su Mbappé e nemmeno si scusa. Ramos è lì, lo guarda e gli lancia un messaggio con uno sguardo. L'ex compagno ricambia e lo sfida. E Sergio, che in una finale di Champions non ebbe alcuna remora a mandare ko Salah con una mossa di judo, se le lega al dito. Gliela farà pagare appena possibile. Passano pochi minuti e l'occhiataccia diventa un confronto faccia a faccia. Bremer commette un fallo da dietro su Messi, entra i ritardo e lo abbatte. Si accende una baruffa, il difensore spagnolo è davanti a tutti e quando incrocia Paredes gli mette le mani al collo. Fa valere tutta la sua ‘personalità' e lo spinge via. Prende il giallo, ma non gli importa. Cosa volete che sia per un guerriero se non un graffio?