Paredes e quel no che gli ha cambiato la carriera: “Sei pazzo, alla Juve non vengo”

No alla Juve. No al ruolo di vice Pirlo. E soprattutto no a quella posizione in campo che non riteneva congeniale. Era il 2011 quando Leandro Paredes rifiutò la proposta del club bianconero. Lusingato per l'interessamento ma per nulla attratto dalla prospettiva, rispedì al mittente l'offerta. Chissà quale piega avrebbe preso la sua carriera. A distanza di dieci da allora, il centrocampista argentino del Paris Saint-Germain – in questo periodo impegnato in Copa America – ha raccontato il retroscena nell'intervista al giornale sportivo Olè. In Italia ha indossato le maglie di Empoli e Roma poi è volato in Francia scegliendo un altro percorso professionale.
Paredes aziona la sequenza videoclip e fa un salto indietro nel tempo. Ricorda tutto in maniera molto nitida. Una cosa in particolare gli è rimasta scolpita dentro: la determinazione di suo padre nel consigliargli non accettare il trasferimento in bianconero.
Quando ci ripensa è convinto di aver fatto la cosa giusta anche se s'è dovuto ricredere sulla possibilità. Che a Torino, al netto del prestigio del club, avrebbe rischiato di restare anche troppo dietro le quinte. Che, quando sei giovane e ambizioso, per arrivare in alto puoi anche fare un percorso più lungo e faticoso. E lui c'è riuscito divenendo un punto fermo del Psg – con il quale ha sfiorato la vittoria della Champions – e uno dei protagonisti dell'Albiceleste.

Nel 2011 la Juventus mi contattò per portarmi in bianconero – le parole dei Paredes -. Il direttore sportivo voleva che giocassi nel ruolo regista e che facessi il vice Pirlo. Gli dissi che era pazzo.
A dargli manforte c'era anche suo padre che gli ripeteva "Giocherai da regista. Alla fine non andai alla Juventus e edcise di restare al Boca Juniors. Pensavo che non avrei mai giocato da regista, ma mi sbagliavo". Dal mercato del passato al presente che si chiama Copa America e del rapporto con Lionel Messi in campo che è mutato nel corso del tempo. La Pulce resta il faro della Seleccion ma con una novità. "Passargli sempre il pallone? No. Solo quando può essere vantaggioso per lui e per la squadra".