Paratici non poteva scendere in campo: sarà punito per le proteste contro Chiffi
La protesta plateale del dirigente della Juventus, Fabio Paratici contro Daniele Chiffi, arbitro della partita contro l'Udinese, ha scatenato critiche e polemiche. Alla fine del primo tempo, il direttore sportivo bianconero ha abbandonato il proprio posto in tribuna ed è sceso in campo per affrontare, faccia a faccia, il direttore di gara. Lo ha atteso nei pressi dell'ingresso che dal rettangolo verde conduce allo spogliatoio e gli ha mosso obiezioni sul mancato recupero (almeno un paio, secondo le lamentele espresse anche dai calciatori). Pierpaolo Marino, direttore dell'area tecnica dei friulani, ha censurato duramente l'atteggiamento definendolo "intimidatorio".
Perché Paratici e i calciatori della Juve protestavano con Chiffi
Cosa è successo? Secondo la ricostruzione dei fatti indicata dall'ex arbitro, Graziano Cesari, durante la trasmissione Pressing tutto nasce per colpa di un presunto equivoco generato dal tempo differente indicato dai tabelloni della Dacia Arena: l'uno indicava 44'19" mentre quello in basso segnalava 46'22". È stato questo il motivo della protesta da parte di Paratici che – come mostrano le immagini – prima di raggiungere il rettangolo verde scambia anche qualche battuta anche con la panchina dell'Udinese. La situazione non giustifica questa presa di posizione così sopra le righe che, da regolamento, verrà punita.
Cosa rischia il dirigente bianconero
Nell'attesa che il Giudice Sportivo emetta il verdetto, va chiarito che da regolamento Paratici – che non risultava in distinta tra i tesserati in campo – non poteva essere sul rettangolo verde. Ecco perché, al netto della gravità e della teatralità del gesto, verrà sicuramente sanzionato. Quale sarà l'entità del provvedimento nei suoi confronti dipende anzitutto dalla relazione dei commissari di campo che hanno assistito all'episodio e – fattore non meno importante – dalla recidività del dirigente, già multato e inibito in questa stessa stagione per fatti del genere.