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Luis Suarez e il caso della cittadinanza italiana

“Paratici ci aveva parlato”: il ruolo di Agnelli nel caso Suarez e le cose che non tornano

Il presidente della Juventus, che non è indagato, ha negato ogni coinvolgimento personale ribadendo di essere estraneo al caso Suarez. Qualcosa, però, non torna e le discrepanze alimentano perplessità in relazione alle dichiarazioni dell’ex dirigente, Maurizio Lombardo. Almeno quattro i punti oscuri della vicenda.
A cura di Maurizio De Santis
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Il verbale della deposizione di Andrea Agnelli sul caso dell'esame ‘farsa' di Luis Suarez accende di nuovo i riflettori sulla vicenda che nell'estate scorsa destò scalpore e portò la Procura di Perugia ad aprire un'inchiesta. Il presidente della Juventus, che non è indagato, ha negato ogni coinvolgimento personale ribadendo di essere estraneo ai fatti. Tre i concetti chiave della sua deposizione resa agli inquirenti per chiarire come e perché fosse all'oscuro della questione.

Fabio Paratici ha gestito l'intera operazione. "Ha ampia delega nei limiti del budget assegnato – si legge -. A lui compete la scelta in relazione all’ingaggio dei calciatori. Mi informa in modo occasionale e casuale, durante le mie visite al centro sportivo capita di essere aggiornato in merito alle opportunità in corso".

Era stato il calciatore a farsi avanti con un sms. Circostanza di cui il massimo dirigente è arrivato a conoscenza durante un pranzo a fine agosto. "Nedved mi disse che il calciatore del Barcellona si era proposto, con un sms, per un ingaggio alla Juventus".

Ha appreso dell'accaduto solo dai giornali. In buona sostanza ai pm Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti il 26 gennaio scorso ha spiegato che non sapeva niente né dei contatti intessuti dal suo dirigente né della presunta mediazione dell'avvocato Turco (secondo la tesi è ‘concorrente morale e istigatrice') con i vertici dell'Università per Stranieri umbra per preparare il terreno alla sessione d'italiano per il calciatore. "Non ricordo di essere stato informato di alcuna attività in corso", precisa Agnelli.

Qualcosa, però, non torna e le discrepanze alimentano perplessità in relazione alle dichiarazioni dell'ex dirigente, Maurizio Lombardo. Particolari che disegnano uno scenario differente all'interno del quale il ruolo del presidente non sembra così marginale e lui stesso essere sempre informato sull'evoluzione della trattativa, delle operazioni collaterali al possibile affare di calciomercato.

  • La mail sulla proposta contrattuale. Viene inviata al rappresentante legale del ‘pistolero'. All'ex segretario generale dei bianconeri, Maurizio Lombardo, i pubblici ministeri chiedono conto dell'offerta economica: stipendio di 6 milioni netti che può essere implementato da una serie di bonus vincolati a obiettivi e risultati (tra cui 500mila euro in caso di vittoria della Champions League, 150mila per lo scudetto, 500mila in caso di 15 gol stagionali). "Paratici nel messaggio di risposta mi ha scritto di mandarla prima al presidente Andrea Agnelli e poi all’avvocato del calciatore – sono le parole di Lombardo -. Io risposi che avevo già mandato tale proposta al presidente un’ora prima perché Paratici mi aveva già detto di procedere in tal senso. Il presidente non mi ha mai risposto ma Paratici mi ha riferito che ci aveva parlato lui e che potevo procedere con l’invio all’avvocato Zaldua". Al riguardo la versione di Agnelli è contrastante: prima dice di non ricordare alcun messaggio del genere poi verifica che quella lettera era stata spedita.
  • Buco temporale. Fa menzione della mail ma non è conoscenza di altro sulla vicenda. Tra il momento dell'sms di Suarez, quello del messaggio con la proposta contrattuale e ciò che accadrà dopo, quando la macchina organizzativa si mette in moto, c'è un vuoto assoluto. Agnelli – dice – nulla sa delle azioni messe in atto dal suo dirigente (in questo caso Paratici) per portare avanti la trattativa con l'attaccante del Barcellona. Verrà informato solo quando salterà tutto dopo aver saputo "dell’esame di Suarez dai giornali".
  • Non sa, non ricorda. Altro aspetto direttamente legato al precedente. Quando i pm chiedono ad Agnelli di essere più preciso nella narrazione dei fatti, ovvero di quando venne a conoscenza dei problemi per il conseguimento della cittadinanza e chi lo informò, il presidente prende le distanze. "Non ricordo esattamente chi mi informò, ma ritengo per logica Paratici". E chiarisce ancora una volta di essere completamente all'oscuro di quanto fatto per assicurare il conseguimento della cittadinanza all’uruguaiano: "Non ricordo di essere stato informato di alcuna attività in corso".
  • Chat e sms. Il 3 settembre, periodo durante il quale vengono raccolte informazioni sui tempi, i termini e requisiti della procedura burocratica per la cittadinanza, Lombardo spiega di avere difficoltà e Paratici sbotta: "Siamo la Juve e la Prefettura non ci riceve". Secondo gli inquirenti sarebbe stata l’assistente di Agnelli, Dina Moschillo, a risolvere la questione e a concordare un incontro.

Le indagini sono chiuse, si attendono le determinazioni dei magistrati sulla posizione dei soggetti coinvolti a vario titolo. Gli indagati possono ancora produrre ulteriori memorie difensive prima che siano avanzate le eventuali richieste di rinvio a giudizio. A rischiarlo sono sono l'ex rettrice Giuliana Grego Bolli, l'ex direttore generale dell'Università Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e l'avvocato della Juventus, Maria Turco. Quanto alla posizione di Fabio Paratici e dell’avvocato Luigi Chiappero, titolare dello studio incaricato dalla Juve di seguire la vicenda Suarez, sono invece indagati per false informazioni al pubblico ministero.

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