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Paradosso Premier League: il governo dà l’ok, squadre e calciatori non sono pronti

Il calcio in Inghilterra potrebbe ripartire già dal 1° giugno. Ma il ritorno della Premier League è in alto mare. L’accordo totale tra le venti società ancora non c’è, soprattutto per la questione del campo neutro. Ma ci sono soprattutto le rimostranze dei calciatori, in parecchi non intendono riprendere se non saranno garantita la sicurezza assoluta.
A cura di Alessio Morra
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Il governo inglese ha dato l'ok alla ripresa della Premier League, ma il ritorno del calcio non sembra così vicino. Perché se da un lato ci sono tantissime società pronte a ricominciare e a programmare la parte restante della stagione ci sono una serie di club e anche tanti calciatori che in questo momento non sono favorevoli alla ripresa del campionato. Il cosiddetto ‘Project Restart’ per ora non riesce a prendere piede.

Project Restart

Il campionato inglese è pronto a ripartire, ma è tutto molto aleatorio. Perché sulle barricate ci sono tanti calciatori che in una serie di videoconferenze che cercheranno di esprimere in modo chiaro le rispettive perplessità, in particolare per il protocollo sanitario. Mentre alcune società sono contrarie a giocare le partite casalinghe sul campo neutro. Il ‘Project Restart’ non riesce a decollare.

I calciatori pretendono garanzie per tornare in campo

Lo sport può riprendere dal 1° giugno, ma in Inghilterra sicuramente in quella data non si ripartirà. La Premier vorrebbe tornare a metà giugno, ma il condizionale è d’obbligo perché ci sono tanti calciatori che con una serie di messaggi stanno esprimendo le proprie preoccupazioni. I giocatori sono preoccupati per la propria salute e per questo non sono così scontati né la ripartenza né gli allenamenti da lunedì. Masters a parole è stato comprensivo dichiarando che la Premier è intenzionata a sentire i calciatori ed è pronto a discutere di qualunque tipo di problema, ma ha anche garantito che se si giocherà tutti saranno al sicuro.

Tyron Mings è uno dei calciatori più battaglieri.
Tyron Mings è uno dei calciatori più battaglieri.

Perché (quasi tutte) le società vogliono riprendere

La volontà è quella di giocare per decretare una classifica finale con i risultati del campo e perché se non si riprenderà tutti perderebbero una barca di soldi, quelli delle televisioni, e per questo realisticamente a nessuno conviene lo stop. Tante società spingono e il 12 giugno vorrebbero disputare la trentesima giornata. Il presidente della Premier Richard Masters ha fatto i conti e con chiarezza ha spiegato ciò anche a quelle società che sono invece restie.

Contratti e allenamenti

Un paio di problemi sono stati comunque risolti. Masters ha spiegato che i calciatori con il contratto in scadenza il 30 giugno potranno giocare sino al termine della stagione, anche se finirà a luglio. Il numero uno della Premier ha anche riferito che è possibile per i calciatori allenarsi ufficialmente da lunedì prossimo.

Il problema del campo neutro

Tanti club non vogliono disputare le partite interne in campo neutro. Sono stati chiarissimi il Watford, l’Aston Villa e il Brighton che si oppongono a ciò. Masters è stato chiaro: “Sappiamo che tutti vorrebbero giocare nel proprio stadio, ma non sappiamo se è possibile, stiamo valutando con le autorità e ci comporteremo di conseguenza”.

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