Papu Gomez positivo al doping: cosa rischiano Argentina, Monza e Siviglia dopo averlo schierato
Alla vigilia della nona giornata della Serie A 2023-2024 una sentenza emessa dalla Commissione Spagnola Antidoping ha sconquassato il calcio italiano (già alle prese con il caso scommesse illegali) ma anche quello internazionale. Il neoacquisto del Monza, Alejandro "El Papu" Gomez, è infatti stato squalificato per due anni in quanto risultato positivo alla sostanza vietata Terbutalina ad un test antidoping effettuato nel novembre 2022. Una notizia che, date le tempistiche, ha inevitabilmente sollevato tantissimi dubbi. Dubbi che Fanpage.it ha cercato di diradare affidandoci all'avvocato Carlo Rombolà, esperto di diritto sportivo e professore universitario di diritto Internazionale dello Sport.
Già, perché negli undici mesi passati tra la positività al doping e l'arrivo del provvedimento disciplinare il Papu Gomez ha giocato su palcoscenici importantissimi: ha partecipato e vinto i Mondiali in Qatar con l'Argentina, ha giocato e vinto l'Europa League con il Siviglia (battendo in finale la Roma di Mourinho) e, dopo essere stato svincolato in estate, è tornato a giocare nella nostra Serie A firmando con il Monza (che solo il 20 ottobre 2023 ha ricevuto notifica della sentenza di primo grado della Commissione Spagnola Antidoping emessa nei confronti del suo tesserato).
Ma andiamo per gradi. La prima domanda che abbiamo posto all'esperto di diritto sportivo riguarda le anomale tempistiche tra il riscontro della positività al doping e l'arrivo della squalifica e, per quanto ci abbia spiegato che l'iter in questo casi può anche allungare le tempistiche ("Il lasso di tempo che trascorre tra l’effettuazione di un test antidoping, il suo risultato definitivo, l’erogazione e soprattutto la notifica della sanzione può avere tempi anche lunghi" le sue parole), non ha nascosto che questa ad un fatto insolito: "In questo caso però ci troviamo di fronte a un intervallo di tempo oggettivamente molto lungo" ha difatti sottolineato.
E qualche perplessità è sorta anche riguardo alla mancata sospensione, anche in via precauzionale, del calciatore in questo lungo periodo di attesa tra l'accertamento della positività al doping e l'emanazione della sanzione nei suoi confronti: "Evidentemente il tribunale antidoping non ha ritenuto ci fossero i presupposti per un provvedimento del genere. Il che, in effetti, stride con la maxi-squalifica a cui alla fine si è giunti" ha difatti evidenziato l'avvocato Rombolà.
Questo mancato stop precauzionale al Papu Gomez ha fatto sì che il 36enne ex Atalanta potesse continuare a giocare ai massimi livelli per quasi un anno ottenendo anche successi importanti come la vittoria della Coppa del Mondo con la nazionale argentina (scendendo in campo nei primi due match del girone) e la vittoria dell'Europa League con il Siviglia (in panchina senza entrare nella finale contro la Roma, ma subentrato sia all'andata che al ritorno nella semifinale contro la Juventus). E questo, nel momento in cui la vicenda è venuta fuori, ha inevitabilmente fatto sorgere dei dubbi riguardo alla regolarità della sua partecipazione alle competizioni di cui sopra.
Dubbi che però sono fugati immediatamente dai regolamenti internazionali di FIFA e Uefa che in tema di antidoping si rifanno alle norme della WADA. L'agenzia mondiale antidoping prevede infatti che solo nel caso vi siano minimo due positività al doping nella stessa squadra durante un evento sportivo vi saranno delle sanzioni sportive nei confronti della squadra in questione. A ciò si aggiunge anche quanto riferito ai microfoni di Fanpage.it dall'avvocato Carlo Rombolà. "Se possiamo scorgere un’analogia tra la disciplina del doping e quella che proibisce il gioco d’azzardo (caso più che mai attuale nel nostro Paese), quella è proprio l’assenza di confini nell’applicazione delle sanzioni. Difatti, se vengo squalificato per aver violato la normativa antidoping, solo dopo che la sanzione viene notificata il colpevole non può più giocare a calcio per tutto il periodo della stessa, sia che si tratti di competizioni organizzate dalla Liga spagnola, che dalla Lega Serie A, dalla Uefa o dalla Fifa" ha difatti aggiunto a riguardo.
E, detto ciò, la risposta alla domanda che in molti si sono posti (cosa rischiano Argentina, Siviglia e Monza che hanno schierato in campo il Papu Gomez negli undici mesi trascorsi tra la positività alla sostanza dopante e l'emissione della sentenza?) è quasi scontata: "Non rischiano nulla a meno che non lo abbiano schierato dopo aver ricevuto la notifica della squalifica". Eventualità che viene però a cadere alla luce del fatto che, come comunicato dal Monza, solo oggi le squadre hanno ricevuto la notifica da parte della FIFA.