Papu Gomez e il cambio mal digerito di Gasperini: “Numero 10 e capitano, se non mi arrabbio io”
Il Papu Gomez ha messo la sua firma anche in Atalanta-Ajax 2-2 servendo a Zapata il pallone del primo gol. L'argentino protagonista di un avvio di stagione eccezionale con 5 gol e 3 assist in 7 partite, si è arrabbiato con Gasperini nel finale, quando il mister ha deciso di sostituirlo. Nel post-partita ai microfoni di Sky il capitano ha spento le polemiche su quanto accaduto scherzando sul suo ruolo nella squadra nerazzurra.
Papu Gomez arrabbiato per il cambio in Atalanta-Ajax
Al minuto 78′ di Atalanta-Ajax con la gara nel vivo e i nerazzurri che sognavano di piazzare il sorpasso dopo aver rimontato due gol, mister Gasperini ha deciso un po' a sorpresa di sostituire il Papu inserendo Muriel. La reazione dell'argentino non è passata inosservata: il capitano è rimasto quasi pietrificato e si è avvicinato mestamente alla panchina, sussurrando un "sto bene" per confermare di non necessitare la sostituzione. Una situazione inusuale per il calciatore che avrebbe voluto dare il suo contributo nel finale alla causa nerazzurra.
Nel post-partita ai microfoni di Sky, il Papu è tornato sull'accaduto, sottolineando di non aver mancato di rispetto a nessuno: "Stavo bene, non volevo uscire. Queste partite mi piacciono, poi sul 2-2 eravamo sempre in attacco per provare a vincerla e avrei voluto restare in campo. In queste serate ti rendi conto del livello della competizione. Ma ho dato la mano al mio compagno sempre col massimo rispetto, certamente aveva la mia stessa voglia di giocare".
In conclusione una battuta in stile Papu con il sorriso sulle labbra: "Poi io sono il numero 10 e il capitano, se non mi arrabbio io, chi si deve arrabbiare?". Scherzi a parte, l'argentino non può che essere soddisfatto per la prova di carattere dell'Atalanta che ha portato la Champions a Bergamo: "La prima cosa che ci rende orgogliosi è aver giocato la Champions League in questa città che ha sofferto molto. La partita è stata bellissima, molto intensa, tipica di questa competizione. Entrambe le squadre volevano vincere, l'abbiamo interpretata più in fase offensiva. Anche io ho provato a stare più vicino agli attaccanti che ai difensori. Quasi tutte le squadre di queste livello hanno giocatori importanti davanti, che magari poi non difendono, bisogna approfittarne".