Palo, sfortuna e qualche errore di troppo: Roma sconfitta dal Ludogorets in Europa League
Su un terreno di gioco in condizioni pessime la Roma di José Mourinho trova il gol all'ultimo assalto poi rovina tutto con un errore di Ibanez nel recupero. Sconfitta beffa clamorosa contro il Ludogorets, la seconda di fila dopo quella in campionato (durissima) subita contro l'Udinese. Il pareggio per 1-1 sarebbe stato il risultato più giusto alla luce di quanto visto ma la disattenzione nel finale è stata fatale. Giallorossi ultimi nel Gruppo C accanto ai finlandesi dell'Hjk, dietro anche al Betis. Sembrava ci avesse pensato Shomudorov a mettere le cose a posto, a suggello di un dominio territoriale che avrebbe meritato esito migliore. Ma i capitolini vengono puniti per sbavature e defaillance proprie, più che per forza degli avversari.
La trasferta in Bulgaria per la prima partita del girone di Europa League lascia un po' d'amaro in bocca ai giallorossi che hanno avuto il pregio, nonostante un manto erboso insidioso e pieno di buche (a causa di un fungo che ha letteralmente fagocitato buona parte del prato), di aver tenuto l'iniziativa, cercato il fraseggio e prodotto le azioni da rete più nette. Ma senza mai riuscire ad affondare il colpo.
Tre in particolare nel primo tempo con Pellegrini (autore di una punizione insidiosa), Mancini (palo su cross di Pellegrini da calcio d'angolo) e poi con Dybala (conclusione scagliata ‘in the box' che avrebbe meritato migliore fortuna).
Mou schiera dall'inizio Belotti, che ha bisogno di giocare e trovare ritmo, intensità e più ancora affinità con i compagni di squadra. Non è stata una prestazione brillante ma il ‘gallo', sistemato in tandem con la Joya, è una delle opzioni che il tecnico ha nel ventaglio di soluzioni necessarie per ragioni di turnover e gestione della rosa. Un'ora buona di gioco per l'ex granata, sostituito da Shomudorov. Un test per rientrare in condizione.
Il tema tattico del match non cambia nella ripresa. I numeri del possesso palla (ben oltre il 50%), dei tiri effettuati (11, di cui 3 nello specchio della porta), delle grandi occasioni create (2), delle parate del portiere bulgaro (3) e ancora il legno centrato da Mancini spostano l'ago della bilancia dalla parte dei capitolini. Cifre che raccontano molto dell'andamento della sfida ma restano tali alla luce del fulmine a ciel sereno che brucia la Roma nella ripresa.
Il Ludogorets, che aveva alzato il baricentro del gioco e iniziato a pressare, trova quel che ai giallorossi è mancato: la via della rete. Aggiusta la mira con Cauly (la cui girata si spegne di poco a lato) e con lo stesso calciatore sigla l'1-0. Parte da lontano e punta la difesa romanista, ingannata dal movimento di Thiago e tagliata fuori dall'assist di Piotrowski. Dinanzi a sé Cauly ha una corsia preferenziale e la porta difesa da Svilar spalancata: lo batte di sinistro.
Mourinho cambia tutto e modifica l'assetto passando al 4-2-3-1 inserendo Volpato, Bove e Camara per Matic, Cristante e Mancini. La Roma attacca con generosità e qualità, il pareggio sembra cosa fatta prima con Pellegrini, poi con Volpato (deviazione di testa) e poi con Camara che s'è visto respingere il tiro sulla linea. È l'anticamera del gol che arriverà poco dopo: Pellegrini da destra va sul fondo e crossa benissimo in mezzo all'area: di testa Shomurodov indirizza bene in rete e fa 1-1.
Non è finita. Nemmeno il tempo di riprendere il gioco che il Ludogorets passa in vantaggio di nuovo. Minuto numero 88, la conclusione di Nonato è un frustata. Nel recupero Dybala ha un guizzo ma il tiro finisce sull'esterno della rete. Sconfitta che brucia, nulla compromette ma fa male per come è arrivata.