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Pagotto: “Non so dove ho speso i soldi, mi sputerei in faccia. Emigrai in Germania a fare il cuoco”

Angelo Pagotto oggi ha 51 anni ed è rientrato nel mondo del calcio dopo la lunga squalifica per la doppia positività alla cocaina: fa l’allenatore dei portieri delle giovanili del Prato. Se si volta indietro, ha anche il rimpianto di aver dissipato i suoi guadagni: “Sperperavo da Versace, Armani… oggi mi sputerei in faccia. Per sei mesi non mi sono alzato dal divano, prendo ancora gli psicofarmaci”.
A cura di Paolo Fiorenza
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A 51 anni Angelo Pagotto si è ricostruito dopo la lunga squalifica per la positività alla cocaina che ne stroncò la carriera: recidivo dopo il primo stop di due anni del 2000 (sempre per cocaina), il portiere di Verbania subì nel 2007 una nuova squalifica di 8 anni, che lo allontanò definitivamente dal mondo del calcio. Oggi Pagotto fa l'allenatore dei portieri delle giovanili del Prato, ma in quel momento dovette ripartire da zero: "I fratelli della mia ex moglie gestivano una pizzeria in Germania, emigrai lì iniziando a lavorare come pizzaiolo e cuoco. Mi è sempre piaciuto cucinare, anche se un conto è farlo a casa per cinque persone, un altro in un ristorante. Sono stato due anni, poi mia figlia Gaia doveva iniziare la prima elementare. Il tedesco è un casino, era in difficoltà. Decisi di tornare in Italia, dove grazie all'aiuto di mia sorella trovai lavoro in un'azienda di abbigliamento, occupandomi delle spedizioni".

Cosa fa Pagotto oggi a 51 anni, il preparatore dei portieri al Prato: "Sogno la Serie A"

Da allora poi Pagotto è rientrato nel calcio, come preparatore dei portieri. Prima alla Lucchese, poi all'Avellino, dalla scorsa estate al Prato, nello staff delle squadre giovanili: "Cosa sogno oggi? Di tornare in Serie A da allenatore dei portieri. Oggi ce ne sono tanti, forse troppi. Alcuni non hanno mai giocato, cosa che invece ritengo fondamentale. Sto seguendo i corsi, sto studiando. Dove mi immagino in futuro? In campo e a portare avanti una scuola calcio dove crescere i talenti del domani. Una di quelle scuole dove si progredisce per meriti e non perché si paga e basta. Senza sacrifici non si va da nessuna parte".

Angelo Pagotto nel 2004 con la maglia dell'Arezzo
Angelo Pagotto nel 2004 con la maglia dell'Arezzo

Pagotto era una delle promesse più grandi del calcio italiano, ha vinto da titolare con la maglia della nazionale l'Europeo Under 21 del 1996 (Buffon era il suo panchinaro, "c'è stato un periodo in cui io e lui eravamo i portieri più forti d'Italia" dice oggi), gli restano i rimpianti di una carriera gettata alle ortiche e non solo quello: "Ho guadagnato 350 milioni di lire, ancora oggi non so dove li ho spesi – racconta al Corriere della Sera – Cene con gli amici, regali… con quei soldi a quest'ora avrei sei case. Andavo in Via Montenapoleone e iniziavo a spendere. Versace, Armani… la banca mi aveva rilasciato anche la carta oro con cui non avevo limiti. Sperperavo 40 milioni al mese, oggi mi sputerei in faccia".

La caduta nella cocaina, poi il buio: "Ho sofferto di depressione, prendo ancora gli psicofarmaci"

"La cocaina? Per me era evasione, soprattutto quando non avevo obiettivi – spiega oggi – In quel momento ero al Crotone, giocavo poco, la mia carriera era finita. Ho conosciuto tante brutte persone a cui non ho saputo dire di no. La droga mi distaccava dalla realtà. Credevo che risolvesse i problemi, ma non era così. Ne sono stato dipendente per tre anni e ho sofferto di depressione. Per sei mesi non mi sono alzato dal divano, prendo ancora gli psicofarmaci. Ho provato a smettere diverse volte, non ci sono mai riuscito".

Pagotto ha giocato nel Milan nella stagione 1996/97: partito titolare, fu scalzato da Sebastiano Rossi
Pagotto ha giocato nel Milan nella stagione 1996/97: partito titolare, fu scalzato da Sebastiano Rossi

Anche la vita privata di Pagotto ha pagato dazio agli abissi della sua carriera: "Scatta la squalifica e mia moglie mi chiede un periodo di riflessione. Guarda caso proprio quando non c'erano più i soldi di prima. Sosteneva che dovessi ammettere le mie colpe, così da salvare il contratto. Evidentemente avevo scelto la persona sbagliata. Dalla mia seconda moglie ho avuto due figli, Gaia di 22 anni e Alex di 18. Ma anche con lei non è finita bene. Mi sono sposato una terza volta con Carolina, da cinque anni viviamo nella sua casa di Castagno D'Andrea, sulle montagne fiorentine. Della città non mi manca niente, né il traffico né l'andare sempre di corsa. Vado in palestra, medito, raccolgo funghi e castagne. Qui il mio tempo lo gestisco io".

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