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Ostigard contro Mazzarri nell’intervallo di Napoli-Genoa: c’è l’ombra di Giampaolo, rispunta Garcia

Situazione esplosiva a Napoli, con la panchina di Walter Mazzarri appesa a un filo: Marco Giampaolo in pole, ma potrebbe addirittura tornare Rudi Garcia. Intanto salta fuori cosa è successo nell’intervallo col Genoa.
A cura di Paolo Fiorenza
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"No, non mi dimetto", è secco Walter Mazzarri in conferenza stampa dopo l'ennesima prova deludente del suo Napoli, ormai neanche più una pallida copia dello squadrone spettacolare e vincente che si era portato a casa lo scudetto con Spalletti. Il pareggio contro il Genoa – recuperato per il rotto della cuffia al Maradona grazie a Ngonge – non è neanche un brodino, viste le distanze siderali dalle zone alte della classifica, eppure il 62enne tecnico toscano non ne vuole sapere di mollare, pur essendo riuscito nell'impresa di fare molto peggio di quel Rudi Garcia che per molto meno era stato massacrato dalla critica e vituperato dai tifosi.

Mazzarri ha goduto a lungo di ben altro trattamento – all'insegna del largo credito – dalla piazza napoletana, ma oggi non c'è nessuno che non ne chieda a gran voce le dimissioni o l'esonero, per cercare di ridare dignità ad una squadra che ha fatto segnare un record storico in termini negativi per chi aveva appena vinto lo scudetto: con i suoi 27 punti di distacco dall'Inter a 14 giornate dalla fine del campionato, il Napoli è la peggiore di sempre e solo altre quattro volte c'è stato un divario di più di 20 punti tra la squadra campione d'Italia e la capolista.

Walter Mazzarri a capo chino durante Napoli-Genoa
Walter Mazzarri a capo chino durante Napoli-Genoa

Dopo 24 partite peraltro si può fare un confronto perfettamente calibrato tra Mazzarri e Garcia, visto che entrambi hanno guidato il Napoli per 12 gare di campionato: il francese ha lasciato la squadra al quarto posto con 21 punti (media di 1,75), mentre Mazzarri adesso è nono, avendo conquistato appena 15 punti (media 1,25). Se si aggiunge l'umiliante eliminazione per 0-4 dal Frosinone in Coppa Italia al Maradona, è evidente la portata del disastro tecnico ed ambientale, visto che è stato depauperato tutto il patrimonio di entusiasmo e di credito pressoché illimitato post scudetto. Né possono consolare minimamente la dignitosa sconfitta con l'Inter nella finale di Supercoppa o il passaggio agli ottavi di Champions League, che era già di fatto stato assicurato dalla gestione Garcia.

Ed è proprio il match di Champions troppo ravvicinato – in programma mercoledì prossimo – a sconsigliare per ora Aurelio De Laurentiis dal cacciare un Mazzarri che appare sempre più un pugile alle corde, con argomentazioni abbastanza povere (ieri addirittura ha citato un Napoli-Spezia della scorsa stagione…). Nomi di sostituti ovviamente ne circolano: in pole c'è Marco Giampaolo, libero da un anno e mezzo dopo l'esonero dalla Sampdoria dell'ottobre del 2022. Ma secondo Il Mattino non sarebbe da escludere addirittura un clamoroso ritorno di Garcia, che sarebbe davvero surreale dopo tutto quello che De Laurentiis gli ha detto post esonero, ovvero che lo avrebbe dovuto esonerare già alla conferenza di presentazione.

Leo Ostigard è andato a muso duro con Mazzarri nell'intervallo di Napoli-Genoa
Leo Ostigard è andato a muso duro con Mazzarri nell'intervallo di Napoli-Genoa

Che l'atmosfera non sia buona neanche in spogliatoio, a dispetto delle smentite infastidite di Mazzarri, lo dimostra quanto accaduto in spogliatoio nell'intervallo di Napoli-Genoa, quando Ostigard ha appreso che non sarebbe rientrato in campo nel secondo tempo perché sostituito da Natan, in quanto il tecnico non voleva rischiare visto che il norvegese era stato ammonito nella prima frazione. In quel frangente, svela il Corriere dello Sport, il giocatore si è arrabbiato molto e ha protestato con l'allenatore, la cui decisione non era condivisa neanche dai senatori.

Non il massimo per sentirsi legittimato davanti a tutta la squadra ma anche agli occhi del presidente, visto che De Laurentiis era lì, essendo sceso nello spogliatoio durante l'intervallo. Peggio di così, insomma, davvero non potrebbe andare.

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